A SAN RUFINO CELEBRATA LA GIORNATA PER LA VITA CONSACRATA

ASSISI - 2 febbraio Presentazione di Gesù al tempio ci ricorda Maria icona della vita consacrata, di chi ha posto tutto nelle mani di Colui che è l’Autore della vita, l’alfa e l’omega del Creato e della Chiesa. La vita consacrata: un inno alla vita che oggi celebriamo per la maternità/paternità che la connota quando si china sulle ferite dell’umanità. Per il mistero dell’Incarnazione Cristo Gesù queste ferite “le ha abitate per Primo”, le ha medicate e unte di letizia e balsamo di misericordia, facendole sue. Il rito dell’accensione delle candele ci ricorda allora la fede che ci spinge e ci aspetta :.. nei luoghi dell’abbandono e dello scarto. Abbiamo bisogno di trovare percorsi nuovi di speranza e determinati a essere dove Dio ancora soffre per vivere il “dinamismo” e la “disponibilità” a camminare senza stancarsi, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, perché “le parrocchie e le diverse comunità ecclesiali favoriscano l’impegno di giovani, famiglie e anziani – ha detto il Papa all’Angelus - vivendo da protagonisti la vita e la missione della Chiesa ogni giorno”. “Missione di cui Assisi ridondante di religiosi, preti e consacrati è chiamata a essere testimonianza esemplare nella Chiesa”. Lo ha detto monsignor Domenico Sorrentino vescovo della Diocesi di Assisi all’omelia della santa messa del pomeriggio da lui presieduta nella cattedrale di san Rufino e concelebrata da don Jean Claude vicario generale e numerosi presbiteri e religiosi al copioso popolo di Dio presente. Alla solenne messa della mattina il presule ha indicato un programma di vita per essere testimoni attraverso tre parole che sono la chiave di lettura della liturgia odierna: memoria, luce e abbraccio. Un popolo che fa Memoria e ricorda gli eventi della Scrittura come quelli eroici dei nostri giorni: non a caso dopo la messa è stata inaugurata una targa ricordo a don Aldo Brunacci priore e canonico della cattedrale in prima linea per salvare gli ebrei rifugiati in Assisi; la Luce che illumina le nostre storie è Cristo: unica risposta alle domande di senso; l’Abbraccio: concretezza dell’Amore di Dio che si è dato un volto e un corpo perché sentissimo anche umanamente il suo abbraccio e da amati potessimo amare. Un programma impegnativo per tutti i battezzati e consacrati, accompagnato dalla preghiera e dalla penitenza a sostegno di Papa Francesco che ci vuole dinamici e in cammino verso le periferie.

Suor Maria Rosaria Sorce