AL VIA IL 40° CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE

Il Saluto del Presidente di Caritas Italiana, card. Montenegro: “il nostro servizio diventi opportunità di crescita personale, esercizio della capacità di tessere legami, di riannodare fili, di ricreare calore attorno alle persone”

ABANO TERME – Nella giornata di ieri ha avuto inizio il 40° Convegno Nazionale delle Caritas diocesane, che quest’anno si svolge in Veneto ad Abano Terme (Padova). Il titolo scelto è in stretto legame con il sinodo dei Vescovi dedicato alle nuove generazioni: “Giovani è…#unacomunitàchecondivide”. Il primo giorno, oltre ai saluti istituzionali, è stato caratterizzato dall’introduzione ai lavori del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, e dal saluto del Presidente di Caritas Italiana, card. Francesco Montenegro. E al centro sono stati posti subito i giovani, in un dibattito basato su testimonianze e storie lette dal palco. In particolare quelle di Davide, uno studente di medicina che ha svolto un’esperienza missionaria in Tanzania; Ingrid, ex tossicodipendente ed ex carcerata che ha ripercorso in maniera autentica come è riuscita a “rinascere” rispettando ed amando se stessa; Alessandra, educatrice di una cooperativa sociale di Chioggia, che ha raccontato alcune attività di ascolto e informazione dei giovani presso i cosiddetti “luoghi di sballo” notturno.

Non è mancato il saluto del Santo Padre, che si è unito “alla commemorazione di don Pasini e don Nervo”, plaudendo alla scelta del titolo così in sintonia con il prossimo Sinodo dei Vescovi, auspicando che sia in grado di continuare a “produrre frutti di autentica carità e misericordia”.

E’ stato letto anche il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Costruire insieme un umanesimo condiviso richiede dialogo e apertura, amicizia e impegno, solidarietà e progettualità”: lavoro tenace “che la nostra comunità nazionale ha apprezzato negli anni da parte delle Caritas diocesane”.

Mentre oramai erano arrivati anche gli ultimi convegnisti, ha cominciato a parlare il cardinale Francesco Montenegro.

“Questo 40° Convegno delle Caritas si svolge in un luogo significativo”, ha esordito il vescovo di Agrigento. “Siamo ad Abano Terme, diocesi di Padova: diocesi di mons. Giovanni Nervo, primo presidente di Caritas Italiana e di mons. Giuseppe Pasini, che lo ha affiancato dall’inizio e poi ha diretto la Caritas dal 1986 al 1996. Due sacerdoti che con il loro pensiero e la loro testimonianza di vita hanno lasciato alla Chiesa un’eredità che continua a produrre proposte nuove e frutti di autentica misericordia e carità”.

Montenegro ha sottolineato il contesto in cui si inserisce il convegno nel 2018. “A partire dal titolo, si colloca nella prospettiva degli Orientamenti Pastorali della CEI <<Educare alla vita buona del Vangelo>> e del Sinodo dei Vescovi sul tema << I giovani, la fede e il discernimento vocazionale>> (ottobre 2018).

Ricordando, poi, le parole spese sui giovani da parte del Presidente Mattarella in occasione della visita di Papa Francesco al Quirinale, “con il loro instancabile fervore e con un entusiasmo sempre rinnovato, ci interpellano; e richiamano alla necessità di esercitare la nostra responsabilità, individuale e collettiva, nell’elaborare politiche di crescita al passo con i tempi”, il Presidente di Caritas Italiana ha lanciato dei moniti chiari. “Lasciamoci dunque interpellare e poniamoci in ascolto in maniera sempre nuova, dinamica, generativa. Come organismo ecclesiale, mettiamoci soprattutto in relazione, mettendo in gioco noi stessi e le nostre sicurezze, per crescere tutti insieme alla scuola della carità”. L’accento è stato quindi posto sull’essenzialità del costruire relazioni tra persone. “Il nostro servizio diventa così opportunità di crescita personale, esercizio della capacità di tessere legami, di riannodare fili, di ricreare calore attorno alle persone.

L’interrogativo in altre parole va posto non tanto su come dare risposte, quanto piuttosto su come stare di fronte, su come stare accanto, facendoci appunto prossimi, compagni di viaggio, condividendo la vita…le gioie e le speranze. Non siamo di fronte ad un’epoca di cambiamenti”, ha sottolineato Montenegro, citando Papa Francesco. “In sostanza noi tutti, e i giovani in particolare, quasi non siamo più protagonisti attivi della nostra vita, le opzioni che si fanno sono piuttosto indotte da contingenze, da necessità piuttosto che da autentiche scelte di vita”.

Il ruolo delle comunità ritorna e diventa fondamentale. “Occorre allora dare forma insieme a uno sviluppo solidale di comunità. Non si tratta quindi di fare di più, ma di essere più consapevoli, in particolare dei cambiamenti che stanno modificando i nostri territori e che pongono in maniera ancora più pressante la domanda su come offrire risposte adeguate a questo tempo e ai bisogni che incontriamo. Non solo occorre innovare lo stile della prossimità e delle relazioni, ma bisogna mettere a disposizione il capitale fiduciario, sociale e relazionale che le Chiese locali rappresentano, come strumento per costruire coesione e come premessa per forme di sviluppo locale in parte ignorate e in parte da riscoprire, al fine di contribuire alla ricostruzione di comunità territoriali consapevoli, solidali e capaci di speranza. A partire proprio dai giovani”.

Il totem della cultura dello scarto, contro cui da anni si batte Papa Francesco, non deve avere la meglio. “Per opporre alla società dello “scarto” un nuovo modello che non metta da parte gli esclusi; per costruire un ecosistema favorevole all’uomo, verso quella “ecologia integrale” indicata da Papa Francesco nella Laudato Si’, in cui il valore della solidarietà unito a quello dell’assunzione di responsabilità, personale e collettiva, possono produrre risultati concreti”. Il vescovo di Agrigento non crede siano utopie e, ricordando don Tonino Bello a 25 anni dalla morte, sono <<così a portata di mano, che possono finalmente diventare carne e sangue sull’altare della vita>>. L’obiettivo è sempre quello di essere in grado di “ristabilire alcuni primati che, oggi, appaiono invertiti rispetto al loro ordine: il Vangelo sulla legge; l’uomo sulle regole dei codici; il servizio sul potere”.