Presentato al Sacro Convento di Assisi il libro di monsignor Sorrentino sul giovane venerabile e San Francesco

CARLO ACUTIS UNA SANTITÀ GIOVANE E SEMPLICE

ASSISI – “La santità è qualcosa che in qualche modo ci assomiglia, verso cui dovremmo avere come una sorta di connaturalità”. Lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Stefano Russo, durante la presentazione del libro “Originali, non fotocopie – Carlo Acutis e Francesco d'Assisi”, scritto dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino che si è tenuta domenica 24 marzo alla Sala stampa del Sacro Convento di Assisi. Il Segretario generale della Cei ha parlato della santità sottolineando che “per i cristiani c’è una chiamata comune alla santità. Da queste pagine – ha aggiunto - emerge come la santità è davvero un cammino possibile nella semplicità della vita di un ragazzo che ha saputo darci anche questa leggerezza del tratto rispetto alla sua risposta quotidiana alla chiamata del Signore. Fa impressione – ha spiegato - soprattutto quando ci troviamo di fronte a persone che hanno percorso un tratto di vita molto breve come Carlo Acutis, ma anche come Francesco. Rimani impressionato perché dici che allora è possibile vivere una vita di santità in poco tempo. Carlo ci fa vedere che la santità è qualcosa che avviene nell’attimo presente della vita, non è qualcosa che è avvenuto o avverrà, ma è qualcosa che avviene nella semplicità della vita di ogni giorno quando ci si mette davanti al Signore cercando di rispondere con la propria vita alla sua chiamata. Un santo – ha proseguito – è sempre originale perché è una risposta particolare alla chiamata dell’amore di Dio”. Monsignor Domenico Sorrentino dopo avere spiegato che il libro ha radici ad Assisi, ma è nato a Seattle ha affermato che “questo mio scritto vuole parlare di Francesco e di Carlo, ma ancora di più vuole parlare di Gesù. Carlo – ha spiegato il vescovo - dà l’indicazione assolutamente praticabile della santità. Per capire cosa è la santità cristiana bisogna partire dalla bellezza della vita e dalla voglia di vivere. Francesco dopo 25 anni ha capito lo scatto che doveva fare. Carlo è arrivato nella sua brevissima vita a fare questa scelta radicale. Siamo alla stessa radicalità incarnata in forme diverse”. Durante l’incontro, moderato da Piero Felice Damosso, caporedattore centrale del Tg1 Mattina, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento ha sottolineato che “Carlo e Francesco interrogano i nostri desideri di pace, ci interrogano profondamente. Ci troviamo di fronte a due santità, una molto radicale e l’altra diversa nel suo sbocciare, una santità tenera”.

Hanno partecipato all’incontro anche i genitori di Carlo Acutis. In particolare la madre, Antonia Salzano, ha raccontato che “Carlo diceva sempre che voleva diventare santo, ma non come San Francesco. Carlo era preoccupato perché la santità di San Francesco sembra insormontabile. Nei disegni del Signore, Carlo sentiva già questo peso, forse inconsciamente questa chiamata, come già si profilasse quello che doveva essere il ruolo di Carlo, questa santità giovane, semplice, quotidiana che può essere raggiunta da tutti perché di fatto per Carlo la sua santità è stata affidarsi a Gesù Eucarestia, ai Sacramenti. Una vita semplice coniugata alla scuola dell’Eucarestia dove ha imparato che Dio si dona nell’Eucarestia e ci alimenta, ma a sua volta ha imparato a donarsi anche agli altri nella semplicità evangelica che è propria di chi cerca di seguire il Signore in semplicità. Carlo amava molto San Francesco”.

Nel corso dell’incontro è stato mostrato un breve estratto del documentario ‘Segni’, prodotto sotto l’egida del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede da Officina della Comunicazione e Vatican Media.