AD ASSISI CELEBRATA LA FESTA DEL VOTO

Monsignor Sorrentino. “È tempo del dono come fece per noi Santa Chiara”

ASSISI - Ė il suono delle campane il più atteso e gradito dell’anno, un suono al quale nessun cuore assisano o pellegrino può sottrarsi con gli accenti commossi dei cuori, un richiamo costante alla riconoscenza e alla gratuità senza limiti per un Dio che non si lascia vincere in generosità, che ascolta e si lascia commuovere dai suoi santi anche per coloro che non riescono a seguire la sequela del suo Figlio Cristo Gesù fino in fondo, perché anche a Assisi come in tutto il mondo “fa sorgere il sole su giusti e ingiusti”.

Sono le campane di tutte le chiese di Assisi che hanno ancora suonato a festa alle 6 del mattino sabato 22 giugno, ricorrenza della “Festa del voto” a ricordo imperituro di Santa Chiara d’Assisi che liberò per due volte la città, e non solo il convento di san Damiano e le povere dame, dall’assedio dei Saraceni con l’ostensione del SS.mo Sacramento.

E la città fece voto nelle sue componenti ecclesiali e civili di non cancellarlo mai dalla memoria eterna della sua storia fino alla fine dei tempi.

E la città ancora s’inchina, ancora “scioglie il suo voto” con la solenne processione dalla cattedrale di San Rufino con il vescovo monsignor Sorrentino alle 20.30, il parroco e priore della cattedrale don Cesare Provenzi, il viceparroco don Alessandro Picchiarelli, i canonici del Capitolo della cattedrale, le confraternite e numerosi presbiteri religiosi e diocesani con la solenne animazione liturgica a cura del coro della cappella di San Rufino magistralmente guidato dal maestro Lucio Sambuco.

E la cittadinanza scioglie ancora il suo voto mettendosi in cammino dalla cattedrale di San Rufino accanto alla casa di Santa Chiara come nei secoli passati per le vie di Assisi verso San Damiano dove tutto avvenne. In tutte le sue categorie, in comunione con i pellegrini venuti da tutto il mondo il popolo assisano ancora chiede a Santa Chiara di camminare con lui, di affiancarlo, di fargli da madre e sorella, d’intercedere…..

E la città sosta a Piazza del Comune dove le autorità politiche e civili, la giunta comunale, assessori, sindaco e vescovo leggono e ascoltano l’ordinanza del Comune di Assisi del 1644 redatta dai “responsabili del bene comune del tempo”, tratta dal Libro delle Riformanze della città di Assisi e pare che da allora nessuna stilla di entusiasmo sia stata impallidita dal tempo. Poi il saluto del sindaco Stefania Proietti che ha rivolto il suo grazie alle Sorelle Clarisse che con la loro consacrazione custodiscono e danno vita alla spiritualità di Santa Chiara; poi una narrazione storica dettagliata dell’evento, infine l’auspicio che Assisi respiri sempre in tutte le sue vie e angoli il protagonismo dei poveri e dei più deboli sostenendo quanti operano a loro favore e della custodia del Creato e lo testimonino ai pellegrini che qui giungono sempre più numerosi. Con l’intercessione di Chiara sia Assisi centro promotore di un nuovo umanesimo sulla scia di Papa Francesco che fra pochi mesi tornerà qui per lanciare una nuova economia.

E la città sosta nella Basilica di Santa Chiara al centro della città dove si conserva il suo corpo per ascoltare il messaggio delle Sorelle Clarisse che ricevono l’omaggio del vescovo e del sindaco.

E la città la venera oggi e dal 1600 come difensore della città di Assisi, sostando dinanzi all’edicola che la raffigura e che fu fatta dipingere per ringraziare la santa di aver liberato dalla peste la città e tutti i confratelli della confraternita di Santa Chiarella che si poneva a servizio dei poveri negli ospedali. Presso la chiesa di Santa Chiarella la città le intona la sua lode attraverso il tributo canoro della Commedia Harmonica di Assisi.

E la città sosta davanti a Porta Nuova così chiamata per esprimerle rinnovata gratitudine e che reca sovrascritte le parole benedicenti di San Francesco e si lascia benedire dal suo pastore Domenico Sorrentino.

E la città tra canti e brani francescani, il suono delle clarine ad ogni tappa, procede serena verso San Damiano e qui si prostra davanti al quel “Corpus Domini” nel quale Santa Chiara pose tutta la speranza della salvezza eterna della sua Assisi e della sua gente.

E la città ascolta dalle fonti il miracolo eucaristico di san Damiano, la nascita del convento e delle povere dame, la campana che Chiara era solita suonare, raccoglie l’omaggio dei ceri simbolo della luce di Cristo del sindaco, i saluti del superiore di San Damiano e del padre provinciale P. Durighetto, si prostra come Chiara davanti al Santissimo riposto nell’ostensorio di santa Chiara e riceve la benedizione del vescovo il quale all’adorazione ricorda la chiave dell’evento che abbiamo celebrato: la preghiera nella quale Chiara credette e che non smise mai fino alla morte, la dimensione del dono di una vita spesa nella preghiera e nella solidarietà per gli altri e in specie gli ultimi, urgente stile di vita nella crisi che viviamo: E’ tempo del dono!

“Io te difenderò sempre!”

“Signore, piacciate defendere anche questa città”

E quella medesima voce sonò e disse.

“La città paterà molti pericoli, ma sarà defesa”

(Dal processo di canonizzazione di Santa Chiara)

Quella voce, bene e patrimonio universale, risuoni sempre, nonostante fatiche e ferite, nella nostra città, nel cuore del popolo assisano, non taccia mai, per intercessione di Chiara nostra sorella e madre.

 

Suor Maria Rosaria Sorce