CELEBRAZIONE A SAN RUFINO PER L’AVVIO DELLA VISITA PASTORALE DAL VICARIATO DI ASSISI

ASSISI - Domenica mattina 3 febbraio solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Rufino in occasione dell’inizio della visita pastorale dal Vicariato di Assisi. La santa messa è stata presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e concelebrata dai canonici della cattedrale don Cesare Provenzi, parroco-priore della cattedrale e vicario foraneo, don Alessandro Picchiarelli vice-parroco, don Maurizio Saba e don Dario Resenterra, padre Rosario Gugliotta, segretario della visita Pastorale. Presente tutta la comunità parrocchiale nelle sue diverse espressioni pastorali: le confraternite, gli scouts, gli operatori pastorali e le famiglie dell’oratorio “Regina Pacis”, la comunità delle suore francescane Immacolatine che operano nella cattedrale e per la Diocesi. Il presule durante l’omelia ha evidenziato i suoi rallegramenti per l’apostolato che tutta la comunità compie nelle sue diverse realtà a servizio del popolo e della Chiesa, dimostrando la sua gioia nel mettersi in cammino per incontrare: istituzioni, case religiose, ammalati, Cvs, oratori etc. che San Rufino “ecclesialmente” abbraccia e sostiene. Il vescovo ha sottolineato che come pastore del popolo a lui affidato, egli rappresenta il volto di Cristo, in Lui è Gesù-Pastore che si serve della sua persona, di “Domenico”, che prende il suo posto soprattutto per ascoltare, consigliare, sostenere, incoraggiare. Poi il vescovo ha preso spunto dalla liturgia della Parola e in particolare dal Vangelo Lc. 4,21-30 che racconta come a Nazareth rifiutano Gesù perché chiedeva un cambiamento radicale di vita, di abitudini, di mentalità.

“All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Il presule ha sottolineato che l’azione della folla a Nazareth di “buttar giù dal ciglio del monte Gesù” spesso la ripetiamo anche noi in tante situazioni e stili di vita. “Buttiamo Gesù dal monte, quando diciamo no alla vita, basti pensare all’aborto, non stiamo solo negando la vita a un bambino, ma stiamo uccidendo Gesù, mettendolo fuori dalla nostra casa, le cifre parlano chiaro anche all’ospedale di Assisi. Registriamo un invecchiamento, senza bambini siamo una società senza futuro. Parlano chiaro i dati statistici: alle mortalità non fanno equo riscontro le nascite anche nella nostra diocesi. Buttiamo giù dal monte Gesù quando non testimoniamo in un tempo di crisi di fede che è crisi della famiglia e che determina lo spopolamento sempre più progressivo nelle nostre chiese. Come allora anche oggi noi cristiani troviamo tanti pretesti per sfuggire all’ammonimento profetico di Gesù. Il mondo ha bisogno di testimoni del vangelo, oggi più di ieri. Ciascuno è invitato a testimoniare il vangelo con la vita e la parola, in tutte le situazioni di ogni giorno: famiglia, lavoro, scuola, letture, conversazioni, impegno di carità, attenzione all’uomo, etc. Ė per questo che vengo tra voi, nelle vostre case”.

A conclusione della messa, animata dal coro dei giovani della parrocchia, don Cesare ha ringraziato il vescovo per la sua “paterna pastoralità”, sottolineando ancora una volta che la sua sarà la visita di un padre che ascolta, dialoga e soprattutto cerca di fare una valutazione, una verifica di quanto già si fa’ e si può fare ancora di più.

Auguriamo a monsignor Sorrentino un felice e sereno cammino in mezzo a noi.

Suor Maria Rosaria Sorce