CORONAVIRUS, DA ASSISI LA SUPPLICA A SAN FRANCESCO PATRONO D’ITALIA

ASSISI – “Francesco, patrono d’Italia, interceda per i nostri governanti, per quanti si stanno adoperando per il superamento di questa prova, per tutti quanti noi. Ci ottenga di sconfiggere questo virus pericoloso, ma anche tanti “virus” spirituali che si annidano nella nostra vita e la rendono priva di senso e di speranza. Con l’aiuto di Dio, andrà tutto bene!”. È questa la supplica rivolta a San Francesco dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante la celebrazione eucaristica di domenica 15 marzo nel Santuario della Spogliazione trasmessa in diretta su Maria Vision e sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo. La santa messa è stata celebrata per la prima domenica a porte chiuse, senza partecipazione di popolo, con il minimo di presenze necessarie a una decorosa celebrazione dopo che il decreto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, del 9 marzo recante ulteriori misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale, ha previsto, tra le altre cose, la sospensione delle celebrazioni religiose con la presenza dei fedeli.

Di seguito e in allegato l’omelia integrale del vescovo monsignor Domenico Sorrentino

 

OMELIA DEL VESCOVO DI ASSISI 15.3.2020

Dal Santuario della Spogliazione

 

Cari fratelli e sorelle che vi unite a questa celebrazione tramite Maria Vision.

Quanto sia importante l’acqua lo sappiamo tutti. Di sete si muore. In questi giorni non a caso ci viene costantemente ricordato di lavarci le mani.

Il tema dell’acqua domina l’odierno messaggio biblico.

Di acqua avevano bisogno gli israeliti in cammino nel deserto. Miracolosamente sgorgò acqua da una roccia.

Di acqua aveva bisogno la donna samaritana che si reca al pozzo di Giacobbe. Per lei sgorga non da una roccia, ma dal cuore di Cristo, un’acqua viva che zampilla per la vita eterna.

La parola di Dio ci fa elevare lo sguardo dalla terra al cielo. Ci fa vedere al di là. Ci fa penetrare il mistero di Dio presente nelle vicende dell’uomo.

Dio ci parla con segni. Quello dell’acqua è il segno che ha scelto per indicarci la vita nuova che ci dona nel battesimo. Ricevendo quell’acqua nella fede, abbiamo liberato la nostra vita dalla morte, e l’abbiamo ancorata alla vita che non muore.

Questo passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dev’essere ribadito ogni giorno Come la Samaritana dobbiamo gridare a Gesù: “Signore, dammi sempre di quest’acqua”. È l’acqua viva   dello Spirito di Dio nei nostri cuori.

Ricevendo Gesù, pane vivo, nella celebrazione eucaristica, riceviamo ogni volta anche l’acqua viva del suo Spirito. Ogni nostra Eucaristia è un laboratorio di vita. Potremmo dire, riecheggiando parole che in questi giorni risuonano spesso, è un reparto di “terapia intensiva”. Vi portiamo la nostra esistenza provata dal peccato e dalla fatica del vivere. Ne usciamo con una esistenza rinnovata, come persone risorte, che hanno ritrovato la vita e la gioia.

Se tutto questo è l’Eucaristia, è davvero motivo di sofferenza che in questi giorni di precauzione e di solidarietà   la partecipazione fisica alla messa domenicale ci sia impedita. Forse avevamo bisogno di questo digiuno per riscoprire la bellezza di questo mistero e sentirne nostalgia. Se riusciremo a superare – come speriamo – la crisi del coronavirus, dovremo superare anche la crisi della scarsa partecipazione domenicale alla santa messa. Dovranno tornare nella comunità cristiana i tempi in cui si sentiva che senza messa non possiamo vivere, e che una domenica senza messa non è domenica.

Ma intanto approfittiamo di questa situazione di forzato “digiuno eucaristico”, fratelli e sorelle che mi seguite per Maria Vision, per vivere l’Eucaristia in modo profondo e spirituale. Offro per questo alcuni pensieri alla vostra meditazione.

  1. L’Eucaristia è mistero di unità. Gesù, dandosi come cibo per noi, ci fa diventare una cosa sola. Ci rende famiglia. Diventiamo un solo corpo con lui e tra di noi. Viviamolo anche in questa messa. Io, vostro pastore, celebro per voi e con voi, sapendovi uniti a distanza. Adorate e invocate Gesù, perché la sua presenza eucaristica riempia le vostre vite e le vostre case.

Riconosciamolo: la vita cristiana in tanti sta morendo, anche perché sta morendo nelle nostre case. La crisi sanitaria di questi giorni ci sta costringendo a riscoprire la casa. Guardiamoci intorno.  Forse in tante case c’è ancora qualche immagine di Gesù. Ma quasi sempre manca la parola di Gesù. Le nostre case risuonano di mille parole che ci giungono attraverso la televisione e gli altri media, ma non si legge ed ascolta il Vangelo.  Finiscono così per essere case senza luce. Case senza unità. Case senza pace. Bisogna riapprendere il segreto per essere famiglia, riscoprendo la parola di Dio. Leggere in questi giorni in cui siamo un po’ reclusi qualche pagina di Vangelo ci farà tanto bene.

2….L’eucaristia è mistero di solidarietà. Ogni volta che vi partecipiamo, noi ascoltiamo questa parola del Signore “Prendete e mangiate questo è il mio corpo”.

Gesù dona se stesso. Ci spiega così che cosa è l’amore. Ci invita ad avere un cuore aperto e solidale. Quanto ci conforta, in questi giorni di comune sofferenza e preoccupazione, riscoprire sentimenti di solidarietà come quelli che stanno fiorendo tra medici, infermieri, operatori sociali, volontari, forze dell’ordine, tutti impegnati a venire incontro alle necessità dei contagiati, ai bisogni delle persone sole, alle ansie del mondo del lavoro che si ritrova ancora alle prese con una brutta disavventura che minaccia il futuro dell’occupazione e delle famiglie.

Ci sentiamo tutti più solidali e più grati. Ma non può essere un sentimento passeggero. Qui, nella partecipazione alla mensa del corpo e del sangue di Cristo, veniamo a imparare questo segreto, perché diventi un modo di essere della nostra vita personale e della società.

3…. L’Eucaristia è mistero di speranza. Mentre ci fa sperimentare la presenza nascosta di Gesù nel pane e nel vino consacrato, ci invita anche a guardare avanti, alla sua venuta finale, quando saremo con lui per l’eternità. È consolante, quando il lutto bussa alla nostra porta, sapere che la morte non è l’ultima parola. Gesù risorto è sorgente di vita. Lo vogliamo ricordare per i fratelli che in questi giorni stanno perdendo la vita e vengono portati direttamente al cimitero, senza un minimo di preghiera liturgica e senza che i parenti abbiano la possibilità di stringersi intorno alle loro bare. È molto triste. Mandiamo anche a loro un grande abbraccio.  Li consoli il sapere che mentre il corpo dei loro defunti è affidato alla terra, il loro spirito è accolto dall’abbraccio del Padre celeste, il quale non lascia mancare a nessuno la sua misericordia, se non siamo noi a rifiutarla con la nostra ostinazione nel peccato.

Cari fratelli e sorelle, è un momento difficile, quello che stiamo vivendo. Uno stato di crisi che incombe sulla nostra nazione e minaccia tante altre nazioni del mondo. Mai come in questo momento riscopriamo che siamo tutti legati a doppio filo. È stato bello che la presidente della commissione europea abbia detto: “in questo momento siamo tutti italiani”. Speriamo ne seguano anche provvedimenti di aiuto efficace. Ma un sentimento del genere lo possiamo e dobbiamo provare anche noi per tutte le nazioni in difficoltà. La mensa eucaristica ci rende tutti più fratelli e ci aiuta a   fare del mondo un’unica grande famiglia.

Lo ricordiamo qui, dal Santuario della Spogliazione, dove otto secoli fa il giovane Francesco, nudo, elevò le braccia verso il Padre celeste, intonando il cantico della fraternità, che ci rende una sola cosa non solo tra di noi, ma con le realtà stesse del cosmo: frate sole, sora luna, sora acqua, frate focu. Persino la morte, per il Santo di Assisi, diventa sorella, perché apre la via all’incontro con il Padre. 

GIUNGA DA ASSISI, dalla Basilica di San Francesco, da questo Santuario della Spogliazione, dalla Porziuncola, dalla Basilica di Santa Chiara, un grande abbraccio a tutta l’Italia. Francesco, patrono d’Italia, interceda per i nostri governanti, per quanti si stanno adoperando per il superamento di questa prova, per tutti quanti noi. Ci ottenga di sconfiggere questo virus pericoloso, ma anche tanti “virus” spirituali che si annidano nella nostra vita e la rendono priva di senso e di speranza. Con l’aiuto di Dio, andrà tutto bene! A tutti il saluto di frate Francesco: “il Signore vi dia pace”.