DA ASSISI APPELLO PER LA PACE IN TERRA SANTA

Domenica 27 maggio torna l’appuntamento di preghiera mensile

ASSISI – Torna domenica 27 maggio l’appuntamento di preghiera per la pace, questo mese rivolto alla Terra Santa. Da oltre un anno la commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” su indicazione del vescovo monsignor Domenico Sorrentino invita tutte le comunità religiose, i parroci, i vari ordini e i singoli fedeli a pregare per la pace nei vari momenti di raccoglimento che li riguardano ricordando così lo storico incontro del 27 ottobre del 1986 quando San Giovanni Paolo II invitò nella città serafica tutti i capi religiosi. Qui di seguito il messaggio del vescovo.

Cari amici, questo 27 di maggio torna come invito pressante a raccoglierci in preghiera unanime con tutte le voci di supplica delle diverse religioni per impetrare dall'unico Dio, Signore dei cieli e della storia, il dono della pace di cui tutta la terra è assetata. Vogliamo farlo con la stessa passione che animò S. Giovanni Paolo II e i rappresentanti delle religioni che accolsero il suo invito e si riunirono in Assisi il 27 ottobre 1986. Nella preghiera di questo mese vogliamo dare continuità a quanto abbiamo vissuto nei giorni scorsi con l'inaugurazione del Museo della memoria negli stessi luoghi in cui otto secoli fa il giovane Francesco si spogliò di tutti i suoi beni, diventando profeta disarmato di pace, e dove nel secolo scorso, nella tragica ora della shoah, Mons. Giuseppe Placido Nicolini e diversi assisani, religiosi e laici, si adoperarono per mettere in salvo tanti fratelli ebrei minacciati dalle leggi razziali varate dal nazismo e dal fascismo. Come il Concilio Vaticano ci ha insegnato, con schietta ispirazione evangelica, ai nostri fratelli ebrei deve andare il segno della nostra amicizia e della nostra preghiera.  Siamo lieti che essi possano avere nello Stato di Israele un rifugio sicuro, al riparo da tutti i rigurgiti di antisemitismo. Al tempo stesso guardiamo con dolore ai fratelli palestinesi, al loro diritto ad una patria e ad uno Stato, e alla permanente difficoltà che si raggiungano anche a loro favore le intese da tempo auspicate a livello internazionale. Purtroppo proprio negli stessi giorni in cui noi ricordavamo quel tratto di storia generosa della nostra chiesa locale verso gli ebrei, la Terra Santa veniva rigata ancora una volta dal sangue a causa della violenza che prevale sul dialogo e la comprensione reciproca. Vogliamo dirlo con le parole di Mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme: “Davanti all’uccisione di persone inermi, al rifiuto ostinato a trovare soluzioni alternative alla violenza, ci sentiamo impotenti. Molto è già stato detto, e di fronte a queste tragedie pensiamo sia meglio non parlare troppo ma stare in silenzio di fronte al Signore per intercedere, pregare e chiedere il dono della fiducia e della pace. Dopo questi ennesimi episodi di violenza, infatti, e di fronte alle minacce di guerra che ancora incombono, dobbiamo attingere dalla preghiera la forza di credere ancora e avere fiducia che possiamo cambiare e che la nostra Terra possa un giorno conoscere la giustizia e la pace, per la quale vale ancora la pena di operare”. Domenica 27 maggio celebreremo la Solennità della Santissima Trinità che non è solo il mistero principale della nostra fede ma anche il principio ispiratore per la nostra vita personale e sociale. Come l’unico Dio in tre persone, il Dio-Amore, anche noi dobbiamo imparare a vivere la “convivialità delle differenze”  (don Tonino Bello). É quello che chiediamo per le popolazioni della Terra Santa, è quello per cui siamo chiamati a pregare e operare.

+ Domenico, vescovo

Di seguito la scheda a cura di don Tonio Dell’Olio, Presidente della Commissione diocesana per lo “spirito di Assisi”

Il 14 e 15 maggio scorsi, mentre Israele e gli Stati Uniti inauguravano la nuova ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e i palestinesi si preparavano a commemorare la Nakba [1], è esplosa una situazione di estrema violenza lungo il confine tra Israele e Gaza durante una manifestazione pacifica. Una violenza sproporzionata e indescrivibile contro i palestinesi a Gaza, che ha causato più di 60 morti e 2.500 feriti. In considerazione di questi eventi, il Patriarcato latino di Gerusalemme ha invitato tutti i fedeli della Diocesi di Gerusalemme, qui o nel resto del mondo, a pregare sabato 19 maggio 2018, nella vigilia di Pentecoste, per la pace e la giustizia a Gerusalemme e in Terra Santa. Molti fedeli hanno risposto a questo invito.

A Gerusalemme, i fedeli si sono raccolti nella chiesa di Santo Stefano della Ecole biblique per un’ora di preghiera presieduta da mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Hanno voluto condividere questo momento di preghiera diversi rappresentanti di Chiese a Gerusalemme, mons. Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale a Gerusalemme e in Palestina, Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca Emerito, padre Francesco Patton OFM, Custode di Terra Santa, e molti religiosi e religiose.

Durante la preghiera, il Vescovo ha espresso il desiderio di avere “una pace che sia l’accoglienza calorosa e sincera dell’altro, un desiderio tenace di ascoltare e dialogare, … che la paura e il sospetto cedano alla conoscenza, all’incontro e alla fiducia, dove le differenze sono opportunità per costruire relazioni e non pretesti di reciproco rigetto “. Ha poi aggiunto che “forse non saremo in grado di cambiare come vorremmo, il mondo in cui viviamo, ma [che] possiamo e dobbiamo iniziare da noi stessi, dalla nostra comunità e dalla nostra vita, per portare verità e giustizia a coloro che vivono in mezzo a noi e intorno a noi “.

Il giorno seguente, Papa Francesco, che celebrava la festa di Pentecoste a Roma, ha citato nella sua omelia la straziante situazione a Gaza, riconoscendo “come oggi questo nome suoni dolorosamente” e augurando “che lo Spirito cambi i cuori e gli avvenimenti e porti la pace in Terra Santa “. Dopo il Regina Coeli, ha detto di “essersi unito spiritualmente alla veglia di preghiera per la pace che si è tenuta nella Città Santa per ebrei, cristiani e musulmani” e ha invitato “ad invocare il Spirito Santo perché ispiri volontà e gesti di dialogo e riconciliazione in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente. ”

Vivien Laguette del Patriarcato Latino di Gerusalemme

[1] La Marcia del Ritorno è una manifestazione organizzata dai Palestinesi per commemorare la Nakba, l’esodo palestinese del 1948 che ha provocato oltre 700.000 sfollati durante la prima guerra arabo-israeliana. Quest’anno, una grande Marcia del ritorno è stata organizzata dal 30 marzo – Giornata della Terra – al 15 maggio – il giorno dopo l’anniversario della proclamazione dello Stato di Israele – per commemorare il 70 ° anniversario di questo esodo . Tra il 30 marzo e il 19 maggio, si contano 113 morti e migliaia feriti.