DEBOLEZZA DELLA CATECHESI PER I GIOVANI

Ne ha parlato il cardinale Bassetti alla Festa dei seminari del Serra Club International

ASSISI – “Tempo di post-modernità: dal logos al phatos”. È il tema trattato dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, durante la Festa dei seminari del distretto 171 del Serra Club International che si è tenuta venerdì 2 marzo al Pontificio seminario regionale umbro Pio XI. Sulla debolezza della catechesi per i giovani si è snodata la relazione del cardinale Bassetti che ha parlato di “un tempo lungo di catechesi con contenuti abbastanza scarsi e poco riferimento all’annuncio diretto con riferimenti più ampi all’esortazione, al discorso moralizzante. È giusto – ha sottolineato – che anche noi come Chiesa ci assumiamo le nostre responsabilità. Dobbiamo suscitare dei cambiamenti perché la persona possa diventare adulta nella fede e nella vita”. Parlando del Sinodo dei giovani, della fede e del cammino vocazionale ha precisato che “oggi si è giunti a parlare di emergenza educativa anche in seno alla Cei. Le generazioni attuali – ha spiegato – sono sommerse dalle informazioni, c’è una maggiore informazione religiosa, ma c’è il rischio che l’informazione si assommi e rimanga superficiale. La Parola di Dio è efficace, possiede una forza trasformante che viene dallo Spirito Santo, è una parola ispirata ed ispirante”. Il cardinale si è poi soffermato sul perché la Parola non accende quella scintilla che fa sviluppare la vita in Dio e su come pronunciare la Parola perché possa far cambiare le persone fino a diventare determinante per le scelte della vita. “Per suscitare ed educare gli atteggiamenti, per far cambiare le persone – ha continuato il cardinale – c’è bisogno dell’esperienza. Della componente conoscitiva, operativa ed emotiva. L’esperienza stimola a nuovi orizzonti e nuove conoscenze. Per suscitare questo cambiamento è necessario passare da una pastorale e una catechesi conoscitive ad una pastorale ed una catechesi esperienziali. Per utilizzare l’esperienza in modo efficace è necessario prendere coscienza che l’esperienza non è qualcosa di estraneo alla Parola. La Bibbia non è un libro di teorie, ma è un libro di esperienze. La Parola diventa chiave di lettura per cogliere il senso delle vicende personali e collettive”. Bassetti si è anche soffermato sui termini: compagnia, catechesi, contatto e comunità riflettendo sull’importanza della vicinanza ai giovani, della testimonianza e del vissuto. Sono necessari – ha concluso – una conversione profonda perché la chiesa diventi sempre più famiglia e un ripensamento della catechesi che dovrebbe avere una sua dignità senza essere solo strumentale nei confronti dei sacramenti”. A sottolineare l’importanza dell’incontro e delle vocazioni è stato monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino che, durante i saluti iniziali, ha spiegato le tre cose che si trovano alla base della mancanza delle vocazioni parlando di un tempo di poca preghiera, poca gioventù e poca famiglia. Monsignor Sorrentino ha poi spiegato di avere recentemente eretto il Santuario della Spogliazione, un nuovo Santuario su una sede antichissima, quella del Vescovado, che è stato definito da Papa Francesco il Santuario del discernimento vocazionale.