DIOCESI DI FOLIGNO, IL VESCOVO: “IL MIO COMPITO PORTA INSCRITTO IL DISEGNO DELL’UNITÀ”

FOLIGNO - “All’inizio di un ministero episcopale viene spontaneo ad un popolo che ha il primo contatto col suo pastore aspettarsi qualche orientamento. Dico subito e con semplicità: il mio programma è Gesù”. Lo ha detto il vescovo Domenico Sorrentino sabato pomeriggio 28 agosto nella chiesa di San Giacomo alla sua prima omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica di inizio del suo ministero episcopale nella diocesi di Foligno.

Presenti le autorità civili, militari e religiose, numerosi fedeli. Ad accompagnarlo nel suo ingresso, l’amministratore apostolico monsignor Gualtiero Sigismondi, insieme al cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo Metropolita di Firenze, al vescovo emerito Antonio Buoncristiani, al presidente della Conferenza episcopale umbra monsignor Renato Boccardo e ai presbiteri.

Il vescovo ha anche sottolineato di aver voluto che "il mio abbraccio per voi cominciasse dal 'Germoglio meraviglioso', luogo di accoglienza e servizio, come tanti anni fa, nel mio ingresso assisano, cominciai dall’Istituto Serafico, luogo della fragilità amata. Non potendo oggi vedervi tutti, ho pensato di raggiungervi con un opuscolo, contenente una piccola riflessione quasi poetica sulla povertà e la carità. Mi lascio ispirare da san Francesco, sulle cui orme hanno camminato tanti santi che onorano la Chiesa folignate: penso a sant’Angela e alla beata Angelina. Ho immaginato, in questo scritto, tre balze da scalare, come le scalò Francesco partendo proprio da Foligno, quando vendette merci e cavallo per darli ai poveri, passando poi ad abbracciare i poveri e, infine, a farsi povero con i poveri. Con piacere ho visto che nella mia bolla di nomina anche il papa, al quale va il mio grato e affettuoso pensiero, suggerisce questo percorso esigente e affascinante, citando le parole della grande mistica Angela: “amare Cristo povero, per diventare con lui poveri”.

 Rivolgendosi alla comunità diocesana di Foligno e a quella di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Sorrentino ha sottolineato che questo “inizio del mio ministero in mezzo a voi ci trova ancora con i volti nascosti a causa della pandemia e privi del simbolo unificante della cattedrale. Vi sono per questo doppiamente grato per la vostra accoglienza. Grazie anche ai fratelli e sorelle della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, che, in presenza o spiritualmente, mi accompagnano. Continuerò a servirli, ma essi sanno bene che il mio cuore si è dilatato fino a voi, e tutto ormai nella mia vita, le mie forze, il mio tempo, la mia agenda, la mia preghiera, dovrà essere condiviso con entrambe le famiglie ecclesiali. Il mio compito porta inscritto il disegno dell’unità. Quello di cui la Chiesa e il mondo hanno fame. Unità che non mortifica le differenze ma moltiplica le risorse, sprigionando nuovi slanci di crescita, di servizio, di testimonianza”.

In allegato l'omelia integrale del vescovo monsignor Domenico Sorrentino