GMG, I GIOVANI DELLA DIOCESI RACCONTANO

Ecco l’esperienza di alcuni degli otto ragazzi che sono stati a Panama

ASSISI – È stata un’esperienza indimenticabile e molto intensa per gli otto giovani della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Panama.

La Gmg dal titolo “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38) che si è svolta dal 22 al 27 gennaio scorsi è stata preceduta da un gemellaggio che il gruppo italiano ha fatto con la diocesi di Chitré.

Samuele Bruschi, Agnese Monacelli e Lucia Petrelli tre dei ragazzi raccontano la loro esperienza.

“Non dimenticherò mai i fuochi d’artificio all’arrivo nella parrocchia di Santa Maria a Chitrè – dice Samuele Bruschi  – ; né quelle case povere, con tetti in lamiera e buchi sui muri, dove siamo stati accolti come re e regine. Non dimenticherò il loro cibo, né la loro musica e i balli, non dimenticherò mia “mamma” Velkys e i miei fratelli panameñi e le lacrime versate quando siamo partiti per Panamá City. Non dimenticherò mai la casa di Claudio che ci ha ospitati né la sua inesauribile disponibilità, non dimenticherò Playa Corona né i canti insieme nei viaggi in pullman. Non dimenticherò tutte quelle bandiere insieme, la penitenziale con il contingente italiano, le parole del Papa al Campo San Juan Pablo II: “Cari giovani, non siete il futuro, ma il presente, non siete il futuro di Dio ma l’adesso di Dio”. Soprattutto non dimenticherò i volti e i sorrisi delle persone che ho incontrato, dei miei compagni di viaggio”.
“Quando mi è stato chiesto  di dare testimonianza della mia esperienza – racconta Agnese Monacelli -, ho avuto un po’ di difficoltà nel decidere cosa raccontarvi, oggi, perché la Gmg non è un viaggio e aver tenuto un diario di bordo non può essere sufficiente per dare una testimonianza degna dell’emozione che riunisce ogni tre anni migliaia e migliaia di giovani da tutto il mondo. La cosa più semplice, per me, allora è stato affidarmi alle parole di Giovanni Paolo II “Non avete paura e lui vi guiderà”. Senza nemmeno riuscire a comunicarvi  tutta quella che è stata la mia esperienza in queste due settimane, vorrei invitarvi ad accogliere le mie parole quando sarete tristi, senza speranza, sfiduciati e senza un’apparente meta per il vostro cammino.
Oggi – aggiunge Agnese – vorrei dare questa testimonianza per ognuno di noi che la mattina al risveglio non riesce  a vedere un giorno nuovo, per ognuno di noi che vive ogni giorno accanto alla persona della propria vita e non riesce a cogliere la bellezza di questo, per ogni giovane, per ogni ragazzo e ragazza della mia età che non è felice, che non vede la vita come un grande quadro a colori da scoprire e interpretare, come la via verso il vero se stesso: per tutti coloro che non sentono la vita come vita vera. A tutti voi e anche a me stessa, silenziosamente e senza invadenza voglio dire di guardare quell’orizzonte che ognuno di noi ha davanti e verso il quale ci accompagnano Gesù e Maria con la loro semplicità. Panama 2019 è stato questo: vedere e scoprire, dopo tanta apatia cristiana, il Signore , nella semplicità delle cose. Quando vivi per due settimane in case senza porte né finestre, quando vedi bambini sempre scalzi e impolverati ma pronti a darti sempre la loro caramella, quando ti ritrovi ad avere  come tetto, sotto il quale dormire,  una rovina di calcinacci ancora in costruzione; quando “vivi davvero”  in tutto questo e sei felice , cosa è se non la serenità e l’esempio di Dio che riescono ad entrarti attraverso la pelle, nelle ossa fino al cuore?
Forse la cosa migliore che posso raccontarvi  di cosa è una Ggm – prosegue Agnese –   è proprio questo: sentirsi vivi, tornare ad accendere una luce per il proprio cammino. Cominciare a provare un senso di tepore  che scioglie le futilità materiali che ci offuscano la vista e tornare a percepire  in modo reale il bene e il bello che ognuno di noi è. Concludendo vorrei lasciarvi con una frase, detta da un vescovo durante una catechesi: ” il sogno è quando Dio opera nella mia vita, quando la mia mente si ferma. C’è una speranza che abbraccia tutto, all’interno della quale siamo”. Queste ultime parole sono il mio regalo a questa parrocchia, con la speranza che se qualcuno di voi  che sente proprie queste parole o delle quali ha bisogno, possa accoglierle dentro di sé.

“Quello che porterò con me di questa esperienza – spiega Lucia Petrelli – è l’amore incondizionato ricevuto da ogni singola persona incontrata. Sono partita alla ricerca di nuovi stimoli, nuovi incontri che potessero ricordarmi la vera essenza e bellezza della fede, ma anche della vita in generale. Quello che ho trovato è stato decisamente al di sopra delle aspettative. È stato disarmante – aggiunge Lucia – vedere l’umanità nella sua forma più pura. Infatti, se mi chiedessero una parola in grado di racchiudere tutto il senso della mia Gmg sarebbe proprio umanità: quella delle persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio, che sono diventati una seconda grande famiglia, quella delle famiglie che ci hanno ospitato durante le due settimane trascorse a Panama, che ci hanno accolto e amato come figli, quella dei giovani che come noi hanno scelto di aggiungere questa esperienza al proprio bagaglio di vita. Ogni sguardo, sorriso, abbraccio, lacrima condivisa con ognuno di loro, ha lasciato una traccia in me, facendomi sentire amata, arricchendomi in un modo così unico da farmi sentire migliore”.