Artista folignate consegna un’opera alla curatrice in ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi

IL MACCABI IN VISITA AL MUSEO DELLA MEMORIA

Il presidente: “Grazie ad Assisi e ai suoi cittadini per quanto fatto per noi negli anni 1943-1944”

ASSISI – Continuano le attività del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” che, in vista di accogliere studenti di ogni ordine e grado per le visite e i laboratori didattici, è stato al centro di due interessanti momenti. Il primo riguarda la visita del Maccabi Roma Motoclub, gruppo di motociclisti di fede ebraica all’esposizione che racconta la storia della salvezza degli ebrei nella città serafica durante la Seconda guerra mondiale. Il presidente del club Sandro Di Nepi, plaudendo alla nutrita partecipazione dei soci, ha ringraziato “Assisi ed i sui splendidi cittadini per quanto fatto per i nostri correligionari. Desidero anche ringraziare il vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la curatrice del museo Marina Rosati per la disponibilità e competenza dimostrate. Auspico infine – ha concluso Di Nepi - che queste nostre iniziative raccolgano sempre maggior consenso e partecipazione da parte di altri nostri correligionari”. Il Motoclub , che ha la finalità di condividere esperienze tra le varie comunità ebraiche e conoscere luoghi importanti che della storia ebraica, ha per questo scelto di fare tappa ad Assisi e visitare il Museo della Memoria che racconta la salvezza di circa 300 ebrei”.

L’altro momento è stato vissuto con la donazione della “BiLuppa”, la bicicletta artistica che rappresenta la metafora dell'uomo, realizzata dall’artista folignate Marco Lupparelli. L'opera in ferro stata donata al Museo della Memoria in Assisi  consegnata alla curatrice del museo Marina Rosati. La BiLuppa è parte integrante dell'opera "Nel palmo di una mano" rappresenta lo sterminio degli ebrei (la bici è la metafora della vita), il filo spinato la morte, poi i fiori in basso la resurrezione delle persone uccise. Un'opera significativa per il Museo della memoria per commemorare alle vittime dell'Olocausto.