“IL VANGELO VENIVA NARRATO IN CASA COME UN RACCONTO CHE SALVA LA VITA ”

Padre Michelini lo ha spiegato all’incontro delle Comunità Maria famiglie del Vangelo

ASSISI – “La piccola comunità rappresenta la vita cristiana in miniatura”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, domenica 26 novembre nel corso della Giornata di ritiro spirituale organizzata ad Assisi dalle Comunità Maria famiglie del Vangelo. “Noi siamo sempre più isolati e disgregati – ha proseguito monsignor Sorrentino -, pertanto questo progetto serve a restituire vitalità alla comunità. Dio non ha avuto paura dei peccatori. Non ci spaventiamo dei nostri smarrimenti, alla base delle crisi c’é la frustrazione della non perfezione. Questo – ha evidenziato il vescovo – è il progetto dei peccatori che si mettono intorno a Gesù per essere salvati, in quanto siamo il corpo di Gesù”. In mattinata la meditazione di padre Giulio Michelini, preside all’Istituto teologico di Assisi, sul tema “Il Vangelo di Marco” è stata molto seguita e partecipata. Con l’approfondita relazione padre Michelini ha illustrato nella struttura e nei messaggi i molti aspetti di questo Vangelo. “Quello che ci viene chiesto di fare ogni anno, da capo – ha spiegato -, funziona se partiamo dal presupposto che i Vangeli sono stati scritti perché volevano raccontare qualcosa, una dimensione essenzialmente relazionale e domestica. Con la guida del vescovo, accettato questo taglio di rinnovazione dell’esperienza pastorale, serve ricordare che il Vangelo veniva narrato in casa come un racconto come una storia. Da questo punto di vista la storia già in sé ha una funzione che non è uno studio o una lettura semplicemente per la ricerca di alcuni elementi. La storia in sé è la narrazione è qualcosa che salva la vita. Il racconto salva la vita, non la dottrina in senso stretto. Vale la pena rileggere il Vangelo oggi, prima che per trovarvi delle ideologie astratte delle dottrine, per incontrarvi un volto.. I Vangeli sono stati trasmessi prima in forma orale poi sono stati composti.. Il Vangelo di Marco non è databile ad un tempo ravvicinato alla vita di Gesù. Il testo risale a duecentocinquanta anni dopo Gesù. La comunità cristiana ce l’ha trasmesso e si fa garante di quanto è stato scritto in esso. I Vangeli sono caratterizzati dallo stile dell’autore e da ciò che l’autore vuole dire. Marco è l’inventore del genere Vangelo”. Il pomeriggio si è caratterizzato per le belle testimonianze raccolte. Tra queste c’è stata quella di don Marco Armillei, vice parroco della parrocchia di san Marco evangelista di Bastia Umbra che ha raccontato come il parroco ha portato i fedeli, gli operatori della pastorale e i genitori dei ragazzi del catechismo a conoscenza delle piccole comunità facendone nascere sei solo a Bastia. “Negli ultimi giorni – ha spiegato don Marco – c’è stato l’incontro con i genitori dei ragazzi della quarta elementare per dare loro un appuntamento e iniziare il cammino anche con loro”. È seguita la testimonianza di Mauro che si definisce un peccatore in cammino che ha avuto la fortuna di incontrare una ragazza che lo ha invitato ad un incontro in una casa dove si ritrovano le piccole comunità. “La piccola comunità è come una palestra per allenare lo spirito – ha sottolineato -, che mi ha permesso di prendere coscienza che c’é un qualcosa di buono che ogni giorno posso dimostrare e che é possibile provare e mettere buona volontà per camminare sulla strada di Gesù. La piccola comunità si incontra a casa di Liliana – ha precisato – . Liliana è una signora di novantasei anni che riesce a darci ogni volta un insegnamento di vita.
Lei stessa crede che la famiglia del vangelo é un grande impegno, soprattutto ritiene che sia parrocchia, tutto il popolo di Dio. Permette di far nascere relazioni tra persone che altrimenti non si sarebbero neanche parlate.
Quello che si sperimenta nella famiglia ritorna poi come servizio in parrocchia”. C’è stata inoltre la testimonianza di Fabiana, uno dei genitori che ha accolto l’invito di far parte di una piccola comunità. “Il cammino – ha indicato la stessa – comunica la bellezza di questi incontri, che ti portano a condividere tratti della vita che solo in una famiglia puoi fare”.