Celebrata a Santa Maria degli Angeli la Giornata mondiale dei poveri

IL VESCOVO: “DOBBIAMO METTERE GLI ULTIMI AL CENTRO DELLA NOSTRA ATTENZIONE E DELLA NOSTRA VITA DI CHIESA”

ASSISI – “I poveri devono essere il nostro sguardo e il nostro cuore perché sono lo sguardo e il cuore di Dio. Proprio perché Dio è Padre il suo cuore propende verso di loro. Se c’è una preferenza dell’amore di Dio questa è per i più deboli, i più fragili e i più poveri. Per questo dobbiamo metterli al centro della nostra attenzione e della nostra vita di Chiesa”.

Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino durante la santa messa di domenica 15 novembre celebrata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in occasione della Giornata mondiale dei poveri.

Hanno concelebrato il vicario generale don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé e padre Stefano Albanesi vice parroco dell’Unità pastorale di Santa Maria degli Angeli e responsabile della Caritas locale.

Soffermandosi sulla parabola dei talenti narrata nel Vangelo il vescovo ha detto che essa “arriva provvidenzialmente in una settimana in cui ad Assisi si realizzerà online, perché la pandemia non permette diversamente, il grande convegno voluto da Papa Francesco sull’economia. Per il rinnovamento della stessa affinché sia un’economia vera, autentica, che non uccide, non esclude, non emargina, ma piuttosto che include e fa vivere”. Monsignor Sorrentino ha poi spiegato che tutte le cose appartengono a Dio. “È una grande illusione quella che ci facciamo – ha detto - quando abbiamo l’impressione di essere i padroni del mondo. Il virus ci sta spiegando che non siamo assolutamente i padroni del mondo. Tutto è di Dio. Ogni cosa che abbiamo è talento che riceviamo da lui e proprio per questo dobbiamo entrare nella sua logica che è la logica dell’amore che fa fiorire le cose, le fa crescere, le rende più belle e sovrabbondanti. Ecco il senso dei talenti che vanno sviluppati. Tutto il mondo è talento di Dio”. “Tutti – ha aggiunto - siamo chiamati a metterci sull’onda di Dio e se questo succede cambia tutto. Cambiano i nostri rapporti personali in famiglia, tra le persone, nell’incontrarci, nello stare insieme. Cambia il nostro modo di vedere la società: impariamo ad essere una società che vuole il bene comune, che guarda al bene delle persone; diventiamo un’economia che impara a non essere un’economia del profitto a se stante, sfrenato, ma che diventa un’economia del dono, della gratuità e della generosità”.