IL VESCOVO: “DON PENNACCHI, SACERDOTE DI VITA SANTA”

In tanti alla celebrazione in memoria del "Prete dell’Angelus Domini"

ASSISI – “Don Antonio sentì nel suo cuore la chiamata di Gesù ad essere un bravo cristiano. Questa è la chiamata che tutti abbiamo per avere ricevuto il battesimo”. Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino durante la santa messa, celebrata sabato 9 novembre nell’Abbazia di San Pietro ad Assisi, in occasione del 171° anniversario della morte del venerabile don Antonio Pennacchi. La santa messa è stata concelebrata da da don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani, vicario generale, don Cesare Provenzi, vicario episcopale per l’economia, parroco e priore del Capitolo della cattedrale di San Rufino, monsignor Orlando Gori, già postulatore della causa, dom Massimo Bertoncello, amministratore parrocchiale della parrocchia di San Pietro, padre Marcello Fadda, TOR delegato per le Confraternite. Presente la postulatrice del processo di beatificazione e canonizzazione del venerabile don Antonio Pennacchi suor Alessandra Rusca. Il vescovo durante l’omelia, rivolgendosi anche ai bambini del catechismo presenti, ha evidenziato alcuni tratti salienti della vita del sacerdote assisano, chiamato il “prete dell’Angelus Domini”, per il quale lo scorso mese di  marzo si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione ed è iniziata così la seconda fase. L’uomo dei poveri e degli ammalati, l’educatore di tanti giovani, un uomo di grande preghiera, di eccezionali doni mistici che “rimane nel cuore di Assisi perché è stato un sacerdote di vita santa che morì in concetto di santità”. “Il sacerdote – ha aggiunto il vescovo, rivolgendosi in modo particolare ai bambini – viene chiamato nella comunità dei fratelli per essere la voce di Gesù per gli altri. Don Antonio fu fedelissimo alla sua vocazione. La vita di ogni persona è come un libro. Quando la persona è piena di Gesù quel libro è pieno della Parola di Gesù. Voi ascoltate tante parole – ha proseguito il vescovo nella sua omelia -, ma le cose che valgono di più sono quelle che noi diciamo con la nostra vita. I Santi parlano prima con la loro vita e poi con le loro parole. Tutti dobbiamo diventare Santi, dobbiamo diventare persone che vogliono bene a Gesù. Senza Gesù non c’è speranza, non c’è futuro, non c’è famiglia, non c’è amore. Noi abbiamo bisogno di Gesù”.

Al termine della celebrazione il vescovo, i sacerdoti e i fedeli, in un momento di grande raccoglimento, hanno recitato la preghiera di fronte alla tomba del Venerabile che si trova all’interno dell’Abbazia stessa.