IL VESCOVO: “IL NOSTRO PROGETTO DI RINNOVAMENTO PARROCCHIALE È PROVVIDENZIALE IN QUESTO TEMPO DI PANDEMIA”

Si è tenuto online l’incontro delle Comunità Maria Famiglie del Vangelo

ASSISI – “Mai come in questa prova che stiamo vivendo ci accorgiamo di quanto sia provvidenziale il progetto che il Signore ci ha ispirato perché sentiamo ancora di più quanto è diventata faticosa una società che ci ha dispersi”. Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino durante la sua riflessione all’incontro online di domenica 8 novembre organizzato dalle Comunità Maria Famiglie del Vangelo.

L’incontro è stato moderato dal vicario generale don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé, responsabile insieme al vicario episcopale per la pastorale don Marco Armillei, del Progetto di rinnovamento delle parrocchie con le piccole comunità (Comunità Maria Famiglie del Vangelo).

Soffermandosi ancora sull’emergenza da Coronavirus il vescovo ha affermato che “questa situazione che ci trova ancora necessariamente distanziati può essere davvero una grazia e un’impresa se ognuno di noi la vive secondo il pensiero di Dio”. Parlando del distanziamento come atto di amore verso noi stessi e verso gli altri monsignor Sorrentino ha precisato che si tratta di un distanziamento unitivo. “Ognuno di noi – ha detto – per amore si separa per evitare di farsi male e di far del male raccogliendosi però nel punto di unità in cui tutto rinasce e si ricostruisce. Tra di noi il punto di unità è Gesù. Se stiamo alla periferia – ha aggiunto – siamo tutti molto distanti, ma se facciamo tutto il raggio e andiamo verso il centro, lì tutti ci ritroviamo. Se proviamo a fare questo cammino interiore verso Gesù questo ci aiuterà a stare davvero insieme in maniera ancora più profonda, tenera, delicata, affettuosa e fraterna”.

Dopo il saluto e la benedizione del vescovo è seguita la relazione di Emanuela Buccioni, dottoressa in Teologia biblica, dal titolo “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo, un percorso biblico alla scoperta di un amore che abilita ad amare”.

La teologa all’inizio del suo intervento ha commentato la prima Lettera di Giovanni, in particolare il capitolo 4.

“Il fatto che noi siamo amati – ha detto – ci fa amare. Amati, amiamo. Prima dobbiamo scoprire di essere oggetto di un amore grande immenso, infinito e poi avremmo la capacità di riversare l’amore intorno a noi. Posso vedere e conoscere l’amore di Dio attraverso gli eventi che riguardano la venuta di Gesù nella carne e l’amore dei fratelli. Prendersi cura, amare le persone emarginate ha un prezzo. Se ci sentiamo amati e conosciuti da qualcuno allora potremmo condividere la stessa gioia con qualcun altro, ponendoci in ascolto degli altri. Amare è perdonare”.

La relatrice al termine dei tanti episodi e brani del Vangelo e della Bibbia citati e sintetizzati si è soffermata sul fatto di fare esperienza di un amore che salva e tira fuori da una condizione di morte che sia fisica o sociale. “Una volta che è stata accolta, questa esperienza potrà innescare la possibilità e il desiderio di fare altrettanto. Questo per me – ha precisato – è il passaggio chiave che c’è dietro tutte queste dimensioni. Un’esperienza di un amore che salva che però io accolgo. L’amore va accolto anche nelle sue imperfezioni mosse da un desiderio di crescita e di miglioramento. Questo amore che abbiamo ricevuto e di cui abbiamo fatto esperienza e che abbiamo accolto deve essere celebrato, ricordato”.

Al termine dell’incontro è seguito il confronto aperto con i partecipanti.

Infine è stato proiettato il video della Preghiera diocesana di affidamento e consacrazione a Gesù realizzato da Marco Mammoli.

Per vedere il video della Preghiera diocesana di affidamento e consacrazione a Gesù cliccare qui