IN TANTI AL RITIRO DELLE FAMIGLIE DEL VANGELO E ALLA CELEBRAZIONE PER LA GIORNATA DEL MALATO

ASSISI - “Signore insegnaci ad amare, per una preghiera autentica” è stato il tema del secondo ritiro dell’anno pastorale, aperto a tutti, organizzato dalle Comunità Maria Famiglie del Vangelo che si è tenuto domenica 16 febbraio alla Domus Laetitiae di Assisi. L'incontro è iniziato con la preghiera di lode.  Sono seguite la catechesi del vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino e le riflessioni dei gruppi di lavoro e studio.

Nel pomeriggio i partecipanti hanno raggiunto la Basilica di Santa Maria degli Angeli per celebrare la Giornata del malato organizzata dall’Ufficio Pastorale della salute.

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Accogliendo questo invito che viene dal Vangelo di Matteo e da cui trae ispirazione il tema della Giornata, l’Ufficio pastorale della salute ha celebrato infatti la XXVIII Giornata del malato con la santa messa preceduta da riflessioni e testimonianze, raccolte insieme all’Ufficio per il rinnovamento delle Parrocchie con le Piccole Comunità.

La concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, con la partecipazione dei sacerdoti responsabili delle vicarie foranee della diocesi e numerosi parroci, è stata animata dalla corale parrocchiale. Presenti le associazioni dei comitati territoriali di Unitalsi, Misericordia e Croce Rossa; una rappresentanza dei ministri straordinari di comunione, attivi in ospedale e a domicilio nel servizio di conforto e vicinanza spirituale ai sofferenti; gli Istituto Serafico e San Ludovico da Casoria con bambini e ragazzi disabili accompagnati da personale sanitario. A precedere la celebrazione, durante l’accoglienza, molto toccanti le parole espresse da parte di una famiglia appartenente alle Comunità Maria Famiglie del Vangelo che, accompagnando un proprio congiunto malato da diversi anni ed ora disabile, ha voluto rendere testimonianza del significato di tale condizione nella loro vita e di quanto la fede e la comunione con il prossimo siano quotidianamente fonte di rinnovata speranza.