“UNA SOCIETÀ SENZA BAMBINI È UNA SOCIETÀ SENZA FUTURO”

Lo ha detto il vescovo nella veglia di Natale a San Rufino

ASSISI – “Si è calato sulla terra. Quel Bimbo fa da ponte, anzi si trascina dietro il Paradiso”, così ha esordito monsignor Domenico Sorrentino vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino alla solenne messa, della veglia di Natale nella cattedrale di San Rufino, da lui presieduta e concelebrata da don Cesare Provenzi parroco della cattedrale e vicario foraneo, da don Jean Cloude Hazoumé Kossi Anani Dijdonou vicario episcopale, dai viceparroci don Alessandro Picchiarelli e don Dario Resenterra e da don Maurizio Saba. Numerosi i partecipanti assisani, ma anche tanti pellegrini, “cercatori di Assoluto” in questi giorni nella nostra città della Pace. Suggestive e efficacemente dirette al cuore le riflessioni del presule davanti alla “scena madre” della storia dell’umanità e della tua personale: l’Incarnazione di un Dio, centro e fulcro della nostra fede. “Il suo Natale è Mistero di nascita, ogni Bimbo che nasce porta il segno dell’amore di Dio, il Bimbo di Betlemme viene a perorare la causa di ogni bimbo del mondo, come suo Avvocato chiede che venga accolto, protetto e accompagnato perché una società senza bambini è una società senza futuro”. Poi il pensiero del vescovo si è soffermato sulla concretezza che pervade l’evento di Betlemme dove l’atteso “da un popolo oppresso, icona di tutte le oppressioni che nella notte della sua disperazione vede rifulgere una luce. Come Maria e Giuseppe – ha sottolineato il vescovo -, i pastori e gli angeli siamo chiamati a sostare di fronte al Bambino-Dio e a adorarlo. Il nostro Natale sarà impregnato di concretezza perché il cielo è ormai qui e d’ora in poi se vogliamo incontrare Dio, non dobbiamo più alzare gli occhi, ma affinare lo sguardo per incontrarlo nel volto di ogni uomo e di ogni donna, senza eccezione, di ogni colore , di ogni continente di ogni estrazione sociale. E, se proprio vogliamo essere certi che lo abbiamo incontrato, cerchiamolo tra tutti gli uomini e tutte quelle donne che sono più fragili, più sofferenti, più abbandonati, più soli.”  E intanto nella celebrazione l’animazione liturgica e dei canti a cura dei giovani di San Rufino, la solennità degli addobbi e la grotta sotto l’altare sulla quale il presule ha adagiato il Bambinello allestiti dalle suore francescane Immacolatine che collaborano con il parroco nella cura della cattedrale, la coralità e la devozione dell’assemblea, lo scambio degli auguri in piazza a conclusione del rito, hanno donato a tutti il sapore e il senso della gioia esperienziale del Natale: il cielo è ormai qui.. cerchiamolo non solo con lo sguardo in alto, ma sulla terra cominciamo a costruire un mondo icona della Gerusalemme celeste, sia la terra, come ci ricorda Sant’Agostino, “la città di Dio”. E la gioia è ancora esplosa alla santa messa solennissima del Natale del 25 dicembre celebrata da don Cesare Provenzi grazie all’animazione del coro della cappella di San Rufino magistralmente guidato dal maestro Lucio Sambuco. Per l’occasione il coro si è avvalso di valenti musicisti e solisti provenienti da fuori per vivere il Natale a Assisi. Tra gorgheggi e sfumature di violini la tenerezza del divin Bambino che, ha ricordato don Cesare all’omelia, in sintonia con le parole del vescovo “versa lacrime per noi che si tramutano in acqua che irrora la terra e purifica il nostro cuore. Il suo messaggio è: Pace a ciascuno di noi, perché viene a dirti sono con te sempre”.

Suor Maria Rosaria Sorce

In allegato la versione integrale dell’omelia del vescovo Monsignor Sorrentino.