ISTITUZIONI RELIGIOSE GLOBALI ANNUNCIANO IL DISINVESTIMENTO

In una sfida ai pericolosi piani di espansione dell’industria dei combustibili fossili e alla retorica sempre più vuota sul clima, 35 istituzioni religiose di sette paesi hanno annunciato oggi il loro disinvestimento dalle società di combustibili fossili.

Organizzato dal Consiglio Mondiale delle Chiese, da Operation Noah, dal Movimento Laudato Si’, da Green Anglicans e da GreenFaith, questo annuncio di disinvestimento arriva da istituzioni religiose in Belgio, Brasile, Canada, Irlanda, Italia, Regno Unito e Stati Uniti solo tre settimane prima che i Vescovi Anglicani di tutto il mondo si riuniscano per la Lambeth Conference che si tiene ogni dieci anni a Canterbury, nel Regno Unito.

Le istituzioni partecipanti includono cinque diocesi della Chiesa d’Inghilterra; due diocesi Cattoliche nel Regno Unito; la Chiesa Metodista in Irlanda; due Sinodi della Chiesa Riformata Unita; 11 ordini religiosi cattolici, tra cui la Congregazione delle Suore di San Giuseppe in Canada, l’Istituto Religioso del Sacro Cuore di Maria in Brasile e le Suore di San Giuseppe della Pace negli Stati Uniti; la Società Teologica Cattolica d’America; due università dei Gesuiti negli Stati Uniti (Marquette University e Loyola University, Chicago); e diverse chiese locali.

Per l’Italia, la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana partecipa all’Annuncio globale di disinvestimento dai combustibili fossili, affermando: “L’Azione Cattolica Italiana è impegnata da tempo nella formazione ai temi dell’ecologia integrale, in una politica interna di riduzione dell’uso di energia derivante da combustibili fossili e in piccoli ma importanti accorgimenti in materia di impatto ambientale. Constatiamo però con preoccupazione la diffusa convinzione nel Paese che rallentare la transizione energetica per tornare all’uso massivo dei combustibili fossili, in particolare del carbone, sia l’unica risposta possibile all’aumento delle bollette. Invece, è proprio mentre facciamo i conti con i costi della pandemia e della guerra in Ucraina che serve chiudere definitivamente con il carbone e proseguire con una riduzione sistematica tanto dell’offerta quanto della domanda di petrolio, attraverso un rapido aumento delle energie rinnovabili e a un contestuale risparmio energetico. Come del resto già previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. La politica nazionale e quella comunitaria hanno la responsabilità di sostenere una capillare opera di efficientamento energetico delle nostre case, di incentivi alle energie rinnovabili e di potenziamento dei trasporti pubblici puliti.”

In Europa l’Annuncio si tiene  alla vigilia del voto del Parlamento Europeo che il 6 luglio è chiamato a votare sulla proposta di rigettare l’atto delegato complementare che aggiunge gas e nucleare alla tassonomia verde, voto che non riguarda quale ruolo debbano avere gas e nucleare nella transizione climatica, ma piuttosto se questi possano essere beneficiari di risorse finanziarie destinate ad alimentare gli investimenti nella decarbonizzazione. Nello spirito dell’Enciclica, il Movimento Laudato Si’ si sente particolarmente responsabile nel tenere ”connesse” la crisi sociale con quella ambientale affinché la transizione ecologica sia socialmente sostenibile. Per questo, ha chiesto agli Europarlamentari Italiani di sostenere la mozione che rimuove gas e nucleare dalla tassonomia europea per sostenere, in particolare, il ruolo strategico esercitato dalle piccole e medie imprese italiane nella transizione affinché non siano esse, con i loro lavoratori e famiglie, a pagare i costi sociali di questo cambiamento ma siano favoriti gli investimenti a loro sostegno. Supportare una tassonomia che include gas e nucleare significa indirizzare flussi finanziari significativi fuori dall’Italia e distrarre risorse dalla nostra economia, che ne ha invece bisogno. Il tessuto industriale italiano è fortemente caratterizzato da processi industriali ad alte emissioni (siamo il secondo produttore europeo di acciaio, e il secondo paese produttore di cemento e per capacità di raffineria in Europa) ed è composto da piccole e medie imprese.

L’annuncio del disinvestimento globale segue  un’indagine del Guardian  sulle più grandi aziende mondiali di combustibili fossili e sui numerosi progetti pianificati di petrolio e gas “bomba al carbonio” che spingerebbero il mondo oltre l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, con impatti catastrofici che potrebbero portare alla migrazione di centinaia di milioni di persone.

Sia l’ Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) che le Nazioni Unite hanno messo in guardia contro nuovi progetti di combustibili fossili in qualsiasi parte del mondo, poiché gli scienziati affermano che non possiamo bruciare in sicurezza la stragrande maggioranza dei combustibili fossili ancora nel terreno. Eppure, appena nove mesi dopo che i leader mondiali si sono impegnati a “mantenere il limite di  1,5” alla conferenza COP26 di Glasgow, 20 società di combustibili fossili, tra cui Shell, Total, BP ed ExxonMobil, stanno portando avanti piani di espansione per un totale di 932 miliardi di dollari  che spingerebbero il mondo ben oltre il limite di 1,5°C di riscaldamento.

Nel frattempo alcuni governi tra cui gli  Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Norvegia e Australia   continuano ad approvare nuovi sviluppi sui combustibili fossili che metteranno fuori portata il limite di 1,5°C.  La scorsa settimana, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ridotto la capacità dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) di ridurre le emissioni e questa è stata descritta dall’ambientalista statunitense Bill McKibben  come una “decisione distruttiva” che “cerca di prevalere sul clima”.

I leader religiosi chiedono un intervento: l’anno scorso più di 20 vescovi anglicani nell’Africa meridionale, tra cui l’Arcivescovo di Cape Town, i tre vescovi del Mozambico e il vescovo della Namibia, hanno chiesto l’immediata sospensione della ricerca di petrolio e gas in Africa, mentre all’inizio di quest’anno, oltre 500 leader della Chiesa nel Regno Unito, inclusi 68 vescovi anglicani e cattolici e alcune delle più grandi ONG cristiane del Regno Unito,  hanno chiesto al governo del Regno Unito di fermare tutti i nuovi sviluppi di combustibili fossili..

A giugno il Consiglio Mondiale delle Chiese  ha chiesto “una finanza responsabile per il clima negli affari di tutte le istituzioni religiose coinvolte” assicurando che “attraverso i nostri fondi pensione, banche e altri servizi finanziari non siamo complici nel finanziamento delle industrie dei combustibili fossili che distruggono il clima”.  Il Vaticano ha anche raccomandato agli investitori di disinvestire dalle società di combustibili fossili.

Il rapporto Invest/Divest dell’anno scorso  ha rilevato che le istituzioni religiose rappresentavano oltre il 35% di tutti gli impegni di disinvestimento a livello globale, più di qualsiasi altro singolo settore. Più di 1.500 istituzioni di tutti i settori, con un patrimonio complessivo di oltre $ 40 trilioni, hanno ora assunto una qualche forma di impegno di disinvestimento in tutto il mondo, rispetto a un punto di partenza di $ 50 miliardi nel 2014.

I profitti dei combustibili fossili stanno finanziando la brutale invasione russa dell’Ucraina, mentre si stima che il proposto oleodotto dell’Africa Orientale (EACOP), previsto in Uganda e in Tanzania,  sposterà oltre 12.000 famiglie. A giugno, i vescovi cattolici romani in Africa hanno affermato che l’oleodotto deve essere interrotto per questo motivo, aggiungendo che l’oleodotto peggiorerà anche la crisi della biodiversità “in modo devastante”.

La Reverenda Dott.ssa Rachel Mash, coordinatrice ambientale della Chiesa Anglicana dell’Africa Meridionale, afferma che la “maledizione del petrolio” è reale: promesse di prosperità alimentata dai combustibili fossili per le comunità africane portano invece a danni ecologici, violenza e violazioni dei diritti umani. “Le compagnie petrolifere promettono grandi profitti e prosperità ma la realtà è che lasciano inquinamento e sconvolgimenti politici”.

È possibile trovare qui un elenco completo delle istituzioni che disinvestono dai combustibili fossili e le citazioni dei leader.

Dichiarazioni dei leader:

Padre Joshtrom Isaac Kureethadam, Coordinatore del Settore Ecologia del Dicastero Vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, che coordina il lavoro di Papa Francesco sull’ambiente, ha dichiarato: “Nel 2020 il Vaticano ha invitato le istituzioni cattoliche a disinvestire dalle compagnie di combustibili fossili dato il loro danno all’ambiente. Plaudo a queste istituzioni profetiche che disinvestono oggi e incoraggio ogni istituzione nel mondo a ridurre la nostra dipendenza da tali fonti di energia dannose disinvestendo dai combustibili fossili. È così che le istituzioni profetiche possono vivere i nostri valori e aiutare i più vulnerabili tra noi. Se vogliamo raggiungere la pace e garantire un pianeta vivibile per tutti, comprese le generazioni future, dobbiamo porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili che alimentano l’attuale crisi climatica.’

Il Rev.do Stephen Diseko, Vescovo di Matlosane e Decano della Provincia dell’Africa Del Sud, ha affermato: “È nostro dovere e responsabilità prenderci cura dell’ambiente, poiché Dio ci chiama ad essere amministratori e custodi della Sua creazione. Le istituzioni religiose non possono permettersi di continuare a investire in risorse non rinnovabili come petrolio e gas, visti gli effetti catastrofici che abbiamo subito: siccità e forti piogge che hanno provocato inondazioni, costando molte vite umane”.

Mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh

La Dott.ssa Svitlana Romanko, Coordinatrice della campagna Stand With Ukraine, ha dichiarato: “Voglio congratularmi con le istituzioni religiose che hanno preso la decisione fondamentale di disinvestire dai combustibili fossili su vasta scala. La loro decisione è un potente passo verso la pace in Ucraina e verso l’eliminazione graduale dei combustibili fossili a livello globale mentre si affrontano le crisi energetiche e climatiche. In questo momento decisivo e cupo della storia moderna queste istituzioni sono molto più avanti dei leader mondiali che ancora consentono a miliardi di petrolio e gas russi di fluire nella macchina da guerra di Putin. È urgente e necessario assicurarsi che le riserve russe di gas e petrolio diventino permanentemente irrecuperabili – bloccate – e non possano alimentare altre guerre. Per questo chiediamo che i governi accelerino gli investimenti nelle energie rinnovabili, smettano di finanziare l’espansione dei combustibili fossili e mettano i soldi pubblici dove devono essere: in un futuro energetico pacifico, prospero e pulito per tutti.’

David Ugolor, Direttore Esecutivo dell’Africa Network for Environment and Economic Justice (ANEEJ), ha dichiarato: “Il rapporto più recente dell’IPCC ha rilevato che metà della popolazione mondiale è altamente vulnerabile alla crisi climatica. L’anno scorso, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha concluso che nessun nuovo giacimento di petrolio e gas dovrebbe essere approvato se il mondo vuole rimanere entro limiti climatici sicuri. Eppure, nonostante l’urgente necessità di ridurre la produzione di combustibili fossili, le società di combustibili fossili prevedono di continuare a investire miliardi di dollari in petrolio e gas. Shell, ExxonMobil e Total sono attive nel delta del Niger dagli anni ’30, lasciando le comunità locali con poco più che inquinamento, distruzione dei mezzi di sussistenza e sangue. È ora che queste società vengano finalmente ritenute responsabili. Dobbiamo vincere dove altri hanno provato e hanno fallito.’

Il Reverendo Martin Gorick, Vescovo di Dudley nella Diocesi di Worcester, ha dichiarato: “Stiamo affrontando un’emergenza climatica e spetta a tutti noi, come chiese e come individui, fare il possibile per proteggere questo pianeta per le generazioni future. Oltre a come riscaldiamo le nostre case e chiese, come viaggiamo e viviamo, questa responsabilità di amministrazione si estende a dove investiamo i nostri soldi.’

Il Reverendo Marcus Stock, Vescovo di Leeds, ha dichiarato: “Ora abbiamo disinvestito dai pochi investimenti rimasti nelle società di combustibili fossili e mentre continuiamo a lottare per obiettivi realistici, realizzabili e incrementali, specifici per le esigenze e il contesto della nostra ecologia locale, siamo anche rispettosi dell’ambiente mondiale. La cura della nostra casa comune è intessuta nella nostra vita familiare diocesana; non solo proclamiamo “Laudato Si”!’ con le nostre parole, ma lo lodiamo anche in tutte le nostre azioni!’

Francis X. Clooney SJ, Presidente della Catholic Theological Society of America (CTSA) e Parkman Professor of Divinity all’Università di Harvard, che a sua volta ha disinvestito in autunno, ha dichiarato: “Dato il disastro ambientale globale che diventa ogni giorno più urgente, è diventato chiaro al consiglio della Catholic Theological Society of America che non potevamo più ritardare l’adempimento del nostro dovere compiendo questi passi verso il disinvestimento. Il nostro è un piccolo contributo a una grande causa, ma speriamo che ispiri anche i membri del CTSA e altri educatori cattolici a lavorare in modo ancora più vigoroso verso il disinvestimento in tutte le nostre istituzioni domestiche.’

Suor Susan Francois CSJP, Assistente Leader della Congregazione ed Economa delle Suore di San Giuseppe della Pace, ha affermato: “Papa Francesco ha chiamato la Chiesa globale alla conversione del cuore, mentre ascoltiamo le grida della Terra e le grida delle persone che vivono ai margini. Crediamo che la cura del creato sia un elemento essenziale della pacificazione. È ora di agire. Abbiamo una responsabilità fiduciaria nei confronti della Terra. Oggi vediamo l’uso etico delle nostre risorse finanziarie attraverso la lente del nostro voto di povertà. Abbiamo deciso che era moralmente imperativo disinvestire completamente dai combustibili fossili piuttosto che trarre profitto dalle attività che accelerano la crisi climatica.”

James Buchanan, Direttore della campagna Bright Now dell’Operazione Noah, ha dichiarato: “Oggi, le istituzioni religiose di tutto il mondo stanno affermando audacemente e con forza che non è etico investire in un settore che sta alimentando la crisi climatica, i conflitti e altre crisi attuali. Mentre 20 società di combustibili fossili, tra cui BP, Shell, Exxon e Total, intendono spendere quasi 1 trilione di dollari per nuovi sviluppi di combustibili fossili che il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha descritto come “deliranti”,noi facciamo appello alla Chiesa d’Inghilterra e alla Chiesa Cattolica in Inghilterra e Galles di scegliere la vita, disinvestire dalle società di combustibili fossili e investire in energia pulita”.

Erin Lothes, Professoressa Associata di Teologia alla St Elizabeth University e Senior Program Manager del Movimento Laudato Si’, ha dichiarato: “Dopo anni di analisi morali, etiche, fiscali e pratiche, e tenendo conto dei seri avvertimenti degli scienziati sulla crisi climatica che sta colpendo le persone e gli ecosistemi, la Catholic Theological Society of America si è impegnata a disinvestire dai combustibili fossili che guidano la crisi climatica. La Società garantirà invece che i suoi investimenti contribuiscano a una transizione energetica positiva ed essenziale. In tal modo, adottiamo le soluzioni finanziarie e tecnologiche esistenti per affrontare la crisi climatica. Questa azione è in linea con gli insegnamenti vaticani e decenni di insegnamento del magistero cattolico di Papa Giovanni Paolo II e del Papa Emerito Benedetto XVI sulla cura del creato e la responsabilità economica.’

La Reverenda Abby Mohaupt, Direttrice dell’Istruzione e della Formazione per GreenFaith, ha dichiarato: “È tempo che tutte le persone e le istituzioni di fede e buona volontà si sollevino. Insieme, le persone di fede chiedono che i gestori patrimoniali e le istituzioni disinvestano dall’industria dei combustibili fossili, si impegnino e mettano in atto una vera decarbonizzazione e il rispetto dei diritti umani e indigeni, investano rapidamente in giuste soluzioni climatiche e in una transizione giusta e utilizzino investimenti privi di combustibili fossili. Queste sono linee guida a cui i gestori patrimoniali – e tutte le istituzioni religiose – devono attenersi, in modo che un mondo compassionevole, amorevole e giusto per tutti sia possibile.’

Chris Manktelow, Joint Communications Lead presso la Young Christian Climate Network, ha dichiarato: “Gli investimenti in combustibili fossili contribuiscono al cambiamento climatico, alimentano i conflitti e destabilizzano le comunità. Le istituzioni religiose non dovrebbero prestare la loro autorità finanziaria e morale a un’industria che sta minando il nostro futuro. La Young Christian Climate Network sostiene pienamente questo appello globale al disinvestimento. Esortiamo le istituzioni religiose a rompere i loro legami con l’industria dei combustibili fossili e a investire in modi più equi e puliti per generare energia.’