“LA POLITICA DEVE RIPRENDERE IL GOVERNO DELLA VICENDA EUROPEA”

Il professore Ugo Villani apre l’edizione 2019 della scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”

ASSISI – “La politica deve rimettere il cittadino al centro della Costituzione europea per un primato del cittadino sulle leggi dell’economia e della finanza”. Lo ha affermato Ugo Villani, professore emerito di diritto interazione all’Università di Bari “Aldo Moro” e presidente del Consiglio scientifico dell’istituto di diritto internazionale per la pace Giuseppe Toniolo, in uno dei passaggi della sua relazione, tenuta venerdì 1 febbraio all’Istituto Serafico di Assisi, per l’inaugurazione dell’edizione 2019 del ciclo di studi della Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”.

Durante la relazione dal titolo “Il processo di integrazione europea: risultati, problemi, prospettive”, Villani dopo avere parlato anche dell’integrazione come processo inverso della disintegrazione, si è soffermato sulla parola solidarietà quale “termine – ha precisato – che come dice il Pontefice non è un buon proposito, ma è caratterizzato da fatti e gesti concreti che avvicinano al prossimo in qualunque condizione si trovi. La solidarietà non è fatta di parole, retorica, poesia. La chiusura – ha concluso – che con le parole di Papa Francesco vorrei dare alla mia conversazione è che la politica deve riprendere il governo della vicenda europea, dei cittadini europei in uno spirito di solidarietà che faccia crescere tutta l’Unione in uno sviluppo armonico; così come chi riesce a correre più in fretta possa tendere la mano a chi va più piano e chi fa fatica sia teso a raggiungere chi è in testa. In questo darsi la mano, fra chi va più veloce e chi è più lento e ha più problemi, credo che ci sia il significato più profondo e concreto della solidarietà e credo sia la chiave di volta per riprendere un progetto europeo che penso valga la pena che sia vivificato, ma non certo abbandonato”. La lezione è stata aperta dai saluti delle autorità, del sindaco di Assisi Stefania Proietti e dall’introduzione del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, il quale ha spiegato il processo di disintegrazione totale che investe il pensiero previsto dal Toniolo. “Siamo in un periodo storico del pensiero e dell’azione – ha precisato il vescovo – in cui non riusciamo più a trovare nemmeno i fondamenti. Il processo di disintegrazione ha investito fortemente l’area del pensiero e dunque dei valori, delle fedi e dei punti di unità. Toniolo, centocinquanta anni fa parlava di una società che andava sempre più automatizzandosi, in cui ognuno restava profondamente solo, persino nel nucleo familiare, nei nuclei delle relazioni tra famiglie, tra corpi intermedi. Una società in cui si sarebbero polarizzati da un lato il potere statuale dal punto di vista dei poteri nazionali, il potere globale dell’economia mondiale. Gli Stati – ha aggiunto – sono sotto processi di disintegrazione che non ci rendono capaci di governare i processi globali. Toniolo prevedeva un processo di disintegrazione della solidarietà, cioè di quell’atteggiamento, di quel valore, di quella modalità di essere che ci apre gli uni agli altri quali che siano i volti, i colori, le attitudini, le regioni, le religioni perché c’è una dignità dell’uomo che va accolta, salvaguardata, servita. Lui prevedeva ciò che oggi ci ritroviamo a vivere cioè un processo di avvelenamento della solidarietà. Dentro questa scuola – ha concluso monsignor Sorrentino – si giocano dei valori fondamentali. Una visione dell’esistenza, della società, dell’etica, della vita, di ciò che ci compete come credenti lo vogliamo declinare, approfondire in rapporto all’Europa. Un’area in cui la relazione deve essere sviluppata in termini integrativi”.