MESSA CRISMALE NELLA CATTEDRALE DI SAN RUFINO

ASSISI - Cattedrale di San Rufino gremitissima per la santa messa crismale celebrata mercoledì 17 aprile. “L’assemblea riunita è segno dell’Epifania della Chiesa secondo l'accezione del Concilio” ha esclamato il vescovo di Assisi monsignor Sorrentino, connotando con queste parole il valore profondamente liturgico e mistagogico della messa crismale, alla presenza del folto presbiterio diocesano e religioso concelebrante con il suo pastore, con il vicario episcopale Jean Claude e il vicario foraneo e parroco della cattedrale don Cesare Provenzi. All'omelia il presule, prendendo spunto dalla liturgia della Parola ha invitato tutti a riscoprire la presenza di Cristo nella storia. “Proviamo a fissare anche noi lo sguardo su Gesù, come i suoi contemporanei quando nella sinagoga rivela la sua natura e missione, operando prodigi per portare luce e consolazione nell'oggi del suo tempo come nell'oggi che stiamo vivendo, perché tutto ormai è tempo di Dio nella storia, è l ‘anno di grazia del Signore. Nonostante gli incendi delle cattedrali, (in riferimento all'incendio recente della cattedrale di Notre Dame ndr) la Chiesa è sempre capace di rinascere, perché Dio ha vinto la morte; la Chiesa grazie allo Spirito Santo - ha aggiunto - si rinnova sempre e non incenerisce mai. Noi non annunciamo noi stessi, ma il Cristo che salva, unico Salvatore”. Un pensiero ancora per i sacerdoti: “Peccatori come tutti nelle mani sacerdotali portiamo le mani di Cristo, nella nostra voce la sua voce, non abbiamo paura, perché siamo stati chiamati e tutti nello sguardo speciale di Gesù siamo nel suo ministero sacerdotale prediletti da lui, a servizio del popolo, così come siamo: volto di Gesù". Suggestiva poi la benedizione degli oli santi, il rinnovo delle promesse sacerdotali e il grazie paterno e accorato che monsignor Sorrentino ha rivolto a tutti i sacerdoti per il loro impegno e ministero. L'animazione liturgica è stata curata dalla Cappella musicale di San Rufino.
Suor Maria Rosaria Sorce
Foto di Mauro Berti