Il vescovo e vertici della Caritas visitano l’Emporio solidale 7 ceste di Santa Maria degli Angeli e le altre ‘opere-segno’ della diocesi

“OGNUNO DEVE FARSI CARICO DELLE EMERGENZE PIU’ EVIDENTI”

La struttura vicino alla stazione ferroviaria aiuta oltre 300 famiglie in difficoltà

ASSISI – “Bisogna tornare al Cristianesimo delle origini, quando ci si riuniva nelle case”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino durante la visita all’Emporio solidale ‘7 ceste’ vicino alla stazione di Santa Maria degli Angeli, una delle opere segno della Caritas che serve più di 300 famiglie che si trovano in difficoltà. “Questa è l’unica risposta efficace ai problemi che continueranno sempre a complicarsi – ha aggiunto monsignor Sorrentino – , perché la Caritas può farsi carico delle emergenze più evidenti, ma poi sta ad ogni cristiano, all’interno della propria ‘famiglia di famiglie’ essere Caritas e aiutare l’altro, nella misura che può, non solo economica”.

Alla presenza del direttore della Caritas diocesana, diacono Maurizio Biagioni, dei tre vicedirettori, padre Stefano Tondelli, diacono Fabrizio Cerasa, suor Wilma Molinari e di Timoteo Carpita, direttore della Fondazione Assisi Caritas, i volontari dell’Emporio coordinati da Anna Rita Cetorelli hanno riportato le loro esperienze.

La vista all’Emporio segue quelle delle altre strutture e opere segno della Caritas diocesana che i vertici dell’ufficio hanno intrapreso dall’inizio del nuovo anno. La scorsa settimana gli stessi hanno visitato il Centro di ascolto di Santa Maria degli Angeli, accolti da padre Stefano Albanesi e dall’equipe che vi opera; il Centro di prima accoglienza della casa “Papa Francesco” di Santa Maria degli Angeli e il Centro di volontariato sociale di Assisi, accolti dal presidente, Anna Turrioni, e dalla coordinatrice Giuliana Bartocci. Nelle prossime settimane l’equipe della Caritas diocesana proseguirà le visite intraprese recandosi presso le strutture presenti a Nocera Umbra e a Gualdo Tadino.