PEZZI DEL MANTELLO DEL VESCOVO GUIDO SUL PRIMO ABITO DI SAN FRANCESCO

La professoressa Maria Giorgi ha illustrato il procedimento e lo studio sul ritrovamento della reliquia

ASSISI – San Francesco riportò pezzi del mantello del vescovo Guido sul suo abito penitenziale. E’ questa la deduzione a cui è arrivata dopo lunghe ricerche scientifiche e studio dei materiali la restauratrice Maria Giorgi, incaricata dal Protomonastero delle clarisse di Santa Chiara. La Giorgi ha illustrato tutto il procedimento e lo studio che ha portato avanti sulle reliquie ritrovate all’interno del monastero durante la conversazione che si è tenuta nella serata di domenica 14 all’interno della Sala della Spogliazione. Attraverso alcune slide ha presentato il lavoro di studio dei materiali rinvenuti nel 2007; alcuni frammenti ritrovati in una scatola e altri avvolti in un rotolo con un cartiglio con su scritto “Mantello del vescovo Guido”. Da questo ritrovamento è partita l’analisi dei materiali confrontati con il primo abito penitenziale di San Francesco e dopo numerose analisi e incrocio dei dati, è emersa la compatibilità dei tessuti della tunica e dei frammenti. “Il velo su cui è fissato presenta le stesse misure della parte frontale e/o posteriore dell’abito penitenziale di San Francesco – ha spiegato la Giorgi – . Sia per questo motivo, sia per la testimonianza riportata nella cronaca interna del monastero, in cui si fa menzione circa un grande pannello posto sotto l’abito penitenziale di San Francesco chiamato “mantello del Vescovo Guido” è stato ipotizzato che questa stoffa in origine fosse in qualche modo legata alla prima veste del Santo. In effetti su quest’ultima – ha aggiunto la restauratrice – è presente una grande cucitura di forma rettangolare sia sul davanti sia sul retro, sotto la quale sono presenti depositi di fibre, sino a piccoli frammenti di tessitura in colore marrone scuro sempre in lana. Quindi fu deciso di eseguire una serie di indagini scientifiche anche su questi tre gruppi di fibre, volte come per le altre reliquie alla identificazione dei materiali costitutivi, del loro stato di conservazione e degli agenti inquinanti. Ma in questo caso specifico si cercava conferma o meno dell’ipotesi anzi descritta. Cioè, se era realmente possibile che la stoffa del mantello del Vescovo Guido fosse stata suddivisa in due pezze rettangolari, cucite sia sul davanti che sul retro dell’abito penitenziale di San Francesco. Ed anche se vi fosse una reale coerenza tra i frammenti della scatola e quelli del grande rotolo. E in effetti tutte le indagini svolte sino ad ora confermano questa ipotesi”. Dopo la Giorgi hanno preso la parola Mauro Iuston della Pro Civitate Christiana che ha ritrovato un vecchio articolo del 1927 quando venne celebrata la festa del Sacro Palio portando in processione il mantello del vescovo Guido che coprì San Francesco, mentre la psicologa Rosaria Gavina e padre Francesco De Lazzari hanno parlato della figura di mamma Pica e dell’accoglimento del vescovo nella madre Chiesa. Il critico d’arte Elvio Lunghi si è soffermato sui numerosissimi luoghi di Assisi, oltre alla grande Basilica di San Francesco, dove attraverso dipinti e affreschi e altre opere d’arte si ripercorre la vicenda umana e spirituale del poverello.