PRESENTATO IL PROGETTO “ORIENTARSI A PARTIRE DA SÈ” INDIRIZZATO AI GIOVANI NEET

PERUGIA – Giovani, formazione, tirocini, lavoro, autoimprenditorialità: sono queste le parole chiave di Orientarsi a partire da sé”, un progetto di accompagnamento personalizzato dedicato a contrastare il fenomeno crescente dei Neet – ragazzi né occupati né impegnati in corsi di istruzione o formazione – che in Umbria (dati Eurostat 2020) interessa circa 20 giovani su 100.

Nata con lo scopo di garantire azioni realizzate in rete per migliorare la capacità del territorio di fare sistema nella costruzione di strumenti a favore dell’inclusione sociale e lavorativa dei giovani neet, l’iniziativa è frutto della sinergia tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Ente capofila, le Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Gubbio l’Arpal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro.

“Orientarsi a partire da sé” è rivolto a giovani maggiorenni con meno di 35 anni che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso professionale, ed in particolare che non usufruiscono di alcun programma di politica attiva della Regione Umbria, residenti nei comuni delle Diocesi di Assisi e Gubbio. Il progetto coinvolge dunque i comuni di Assisi, Gubbio, Umbertide, Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Fossato di Vico, Sigillo, Valfabbrica, Bastia Umbra, Cannara e Bettona, dove le rispettive Diocesi hanno rilevato una problematica molto diffusa rispetto ai giovani che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e che, per una serie di ragioni socio-culturali tra loro eterogenee, non riescono ad inserirsi.

Si tratta di un percorso suddiviso in varie fasi. Saranno proprio le due Diocesi, anche con l’ausilio di un’equipe di professionisti, a procedere con l’individuazione dei potenziali partecipanti, che avranno l’opportunità di frequentare un corso motivazionale e di orientamento funzionale ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità e risorse. Sulla base di quanto emerso da questo primo approccio, si procederà con la selezione dei partecipanti e, tenendo conto delle inclinazioni individuali, con l’attribuzione di uno dei tre seguenti percorsi di inserimento: formazione professionale, tirocini, autoimprenditorialità. 

L’Arpal supporterà l’iniziativa favorendo l’incontro tra i soggetti individuati da avviare alle politiche attive di formazione professionale o tirocini presso enti privati – anche no profit – e pubblici e metterà a disposizione fino ad eventuali 50 voucher formativi per la frequenza di corsi mirati da attivare nel Catalogo regionale per l’offerta da destinare a quanti, alla fine del percorso individuato, intenderanno partecipare a specifici corsi di formazione.

Il valore aggiunto del progetto, che di fatto si propone di attivare in via sperimentale un migliore collegamento tra domanda ed offerta di lavoro, è rappresentato dalla valutazione d’impatto. Oltre a contribuire con uno stanziamento di 150mila euro all’attivazione di parte dei tirocini formativi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia sosterrà infatti uno studio realizzato da Paolo Polinori e Francesca Picciaia docenti dell’Università degli Studi di Perugia che permetterà di valutare se e in quale misura l’introduzione del programma “Orientarsi a partire da sé” abbia avuto effetto sulla partecipazione dei giovani residenti nei territori di Assisi e Gubbio a misure di politiche attive del lavoro, nonché sugli esiti rilevati ai fini del miglioramento del loro grado di occupabilità, anche in una prospettiva di medio e lungo termine.

La convenzione che dà il via al progetto “Orientarsi a partire da sé” è stata siglata il 7 settembre dal vescovo della diocesi di Assisi -Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, dal vescovo di Gubbio monsignor Luciano Paolucci Bedini, dalla presidente della Fondazione Cristina Colaiacovo e dal direttore dell’Arpal Luigi Rossetti. Presente anche l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Michele Fioroni.

Durante la presentazione del progetto, il vescovo Sorrentino ha spiegato che “l’iniziativa che prende il via oggi con questa firma ha un’importanza notevole perché i dati che riguardano coloro che non studiano e non lavorano sono davvero preoccupanti: nella nostra regione si contano circa 35 mila Neet, secondo gli ultimi dati Istat, e l’Umbria è stata l’area d’Italia con il maggiore incremento (+25%) di Neet nella fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni, essendo aumentato notevolmente anche l’abbandono scolastico. Il discorso in realtà è globale: nelle regioni più povere del mondo è una emergenza endemica che al Santuario della Spogliazione abbiamo messo a fuoco con l’iniziativa del Premio Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità. Ma mentre guardiamo al mondo, non possiamo non farci carico innanzitutto di chi sta più vicino a noi. Credo che, come Chiesa, sia importante la nostra presenza, il nostro impegno e le nostre forze per aiutare i giovani e coloro che per diverse ragioni sono usciti dal mercato del lavoro ad imboccare la via giusta per prendere in mano il loro futuro.

La presidente Colaiacovo ha sottolineato che “l’iniziativa che presentiamo oggi è il risultato di una approfondita fase di ascolto, in particolare dall’esigenza espressa dalle Diocesi di Gubbio e di Assisi, che attraverso un lungo lavoro di affinamento e perfezionamento ci ha permesso di costituire un solido partenariato anche grazie al coinvolgimento dell’Arpal. Ringrazio dunque i partner, che hanno creduto fortemente nel valore innovativo nell’iniziativa e che a vario titolo hanno dato e daranno il proprio contributo. Mi auguro che i risultati che otterremo attraverso tale sperimentazione non solo siano positivi ma possano essere presi a modello per dare continuità al progetto, nella prospettiva di estenderlo anche ad altri territori”.

“Questo progetto che nasce dalla sinergia tra soggetti differenti – ha affermato il vescovo di Gubbio -, è scaturito da un profondo dialogo tra le parti con il comune orizzonte di provare sinceramente a porre in atto un segno di fiducia e speranza sul fronte della promozione del lavoro per i giovani. Ogni diversa istituzione ha voluto mettere in rete le proprie specifiche risorse, anche oltrepassando i consueti territori di competenza per unire le azioni di intervento a favore dei giovani che si aprono al mondo del lavoro in una stagione fortemente critica e incerta. Il pensare insieme un percorso di affiancamento e accompagnamento fin dal bisogno primario di conoscersi e orientarsi verso le scelte di impegno professionale che potrebbero rendersi praticabili, fino alla concreta offerta di tirocini lavorativi, in vista anche di possibili inserimenti nelle aziende e nell’imprese. Non una forma di assistenzialismo fine a se stessa e deresponsabilizzante per i giovani, ma una chiara occasione di investimento di sé per il futuro”.

“Un progetto di particolare valore per il nostro territorio”. Lo ha definito l’assessore Fioroni. “Il fenomeno dei neet, giovani che non lavorano e non sono iscritti ad alcun programma di formazione – ha aggiunto Fioroni -, rappresenta oggi una vera e propria piaga sociale. I numeri al riguardo sono allarmanti ed è una problematica che deve essere contrastata con ogni mezzo idoneo per ridare centralità nella vita dei nostri giovani alla formazione ed al lavoro come simbolo di vita e di rinascita. Una collaborazione importante quella che ha dato vita al progetto e che vuole dare ai giovani una possibilità di orientarsi ed entrare nel mondo del lavoro facendo leva sulle proprie capacità e risorse. L’orientamento collegato ed i colloqui mirati volgono infatti proprio all’esaltazione delle attitudini del soggetto interessato”.