PRIMA COMUNIONE NELLA CATTEDRALE DI SAN RUFINO

ASSISI - Nella cattedrale di san Rufino Domenica mattina 25 ottobre durante la santa messa presieduta dal parroco don Cesare Provenzi e concelebrata dal vice-parroco don Alessandro Picchiarelli, ventitre bambini hanno ricevuto la Prima Comunione. In un contesto così delicato come quello che stiamo vivendo di emergenza, ma anche di responsabilità personale, comunitaria, civile e religiosa, ancora un momento di gioia che a san Rufino ci sorprende, una stilla di speranza, forse "quel granello di fede" che al dire di Gesù nel Vangelo è capace di spostare le montagne. Attualmente sono stati tanti i piccoli colli da spianare con la disponibilità, la creatività pastorale senza nulla togliere alla organizzazione fedele alle norme, che don Alessandro responsabile del centro pastorale Regina Pacis insieme ai catechisti e ai genitori hanno dovuto affrontare. "Nonostante tutto però - ha ricordato don Alessandro nell'incipit alla santa messa -, ce l'abbiamo fatta; in questo momento il nostro cuore finalmente è colmo di gioia condivisa con la letizia e lo sguardo riconoscente dei bambini presenti". All'omelia don Cesare ha ricordato la fatica e la pazienza di Gesù nel non cadere nei tranelli continui dei farisei i quali nella liturgia odierna con le loro domande cercano di mettere alla prova la sua trasparenza e autorevolezza. L' Amore di Dio però è sempre la risposta vincente e dovremmo - ha sottolineato don Cesare - tremare di gioia al pensiero che nell'Eucaristia Dio si fa presente, ma ancor più noi mangiamo l'Amore. Se questo è vero, se hai fatto questa esperienza, non puoi uscire fuori da questa chiesa lo stesso.... Il messaggio di oggi è che devi sentirti amato da Dio, solo se ti senti amato e ami te stesso puoi amare gli altri, il tuo prossimo, coloro che ti sono accanto. Si tratta di cambiare lo sguardo in uno sguardo più umano, uno sguardo di chi è amato da Dio, mangia il suo Amore e per questo uno sguardo uguale per tutti, senza distinzione riguardo a chi è piu capace e chi meno, a chi è primo o ultimo, più bravo o meno bravo, perché in quell'Amore di cui ti sei nutrito hai imparato ad amare tutti allo stesso modo. È questo l'augurio che oggi rivolgo a voi bambini che per la prima volta mangiate l'Amore di Dio, con l'esortazione ai genitori di accompagnare e non mandare i vostri figli in chiesa". Una celebrazione significativa davvero in questi tempi dove la "mascherina non ha impedito di mangiare l'Amore di Dio", una grazia della quale siamo grandemente responsabili e della quale dobbiamo essere grati ai sacerdoti, ai parroci che in ogni modo, nel silenzio e con ogni sforzo stanno cercando nuove vie, nuovi percorsi per incontrare ancora il proprio gregge la comunità-famiglia-parrocchiale, certi che a Dio nulla è impossibile. È la competenza e abilità, la professionalità dei cristiani, abituati come siamo stati dal Maestro a vivere immersi nel "già... ma non ancora", nell'essere più che nel fare, nel cuore e nella mente apriori a ogni azione anche caritativa. Allora auguri ai nostri giovani e coraggio a noi adulti perché sappiamo in questo momento così delicato custodirli, affiancarli senza demandare ad altri la responsabilità della loro crescita umana e spirituale della quale tutta la comunità civile e religiosa, grembo che li accoglie, deve farsi assolutamente carico, tanto più chi "mangia quest'Amore" perché  "ogni cosa che avete fatto a questi piccoli l'avete fatta a me ... lasciate che i bambini vengano a me...e non glielo impedite".

Suor Maria Rosaria Sorce