SI È TENUTO AD ASSISI IL CONVEGNO NAZIONALE “LA TEOLOGIA DELLA TENEREZZA IN PAPA FRANCESCO”

ASSISI – “La croce, sigillo della tenerezza di Dio, chiama. Chiama nel silenzio, smuovendo i cuori, suscitando un’attrattiva che si trasforma in fede e preghiera”. Lo ha detto monsignor Renato Boccardo, arcivescovo della diocesi di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, durante la celebrazione eucaristica che ha dato il via, venerdì scorso ad Assisi, al convegno nazionale “La teologia della tenerezza in Papa Francesco”. Monsignor Boccardo, nella festa liturgica dell’esaltazione della Croce, ha evidenziato lo stretto legame tra la croce e la tenerezza. “Nella croce – ha precisato monsignor Boccardo – i credenti vedono il culmine di un profondissimo attaccamento a Dio e il capolavoro di una inesauribile generosità. La croce ci chiama, continua a chiamarci e noi, se risponderemo all’invito, porteremo più vivi nel cuore e nella vita i segni della passione e della resurrezione di Cristo”.Il tema della teologia della tenerezza è stato sviluppato poi da monsignor Carlo Rocchetta, teologo, fondatore del Centro famigliare Casa della Tenerezza, che con un excursus sugli studi teorici e sulle esperienze pastorali, ha delineato gli obiettivi del convegno e fatto un approfondimento storico e bibliografico sull’evoluzione della teologiadella tenerezza negli anni precedenti al pontificato di papa Francesco evidenziando il grande risalto avuto con lo stesso Pontefice. “Nel linguaggio teologico – ha spiegato monsignor Rocchetta – fino a qualche decennio fa il termine tenerezza era assente, in quanto misericordia e tenerezza venivano identificate come se fossero la stessa cosa. Esse sono due aree semantiche distinte. Accanto alla teologia della misericordia di Dio ci deve essere sempre la teologia della tenerezza di Dio. Il volto di Dio è misericordia, ma il suo cuore è tenerezza. La teologia della tenerezza è la teologia del cuore amante di Dio”. È seguita poi la proiezione del video “La tenerezza cuore del Magistero di Papa Francesco”. Un video nel quale si intrecciano le voci del Pontefice con quelle di Flavia Marcacci della Pontificia Università Lateranense e di monsignor Carlo Rocchetta per spiegare il significato del termine tenerezza.Ieri nella prima parte della mattinata dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, l’arcivescovo monsignor Domenico Sorrentino, sono seguite alcune relazioni tra le quali quella di monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale e di monsignor Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio istituto “Giovanni Paolo II” che hanno fatto un’analisi della tenerezza dal punto di vista antropologico, l’approccio cristologico della tenerezza.

Monsignor Semeraro ritiene infatti che “è da notare la fondazione cristologica della «rivoluzione della tenerezza», individuata da Francesco nel mistero dell’Incarnazione”.

Sulla differenza tra misericordia e tenerezza si è soffermato monsignor Sequeri il quale ha precisato che“la “rivoluzione della tenerezza” simbolicamente rilanciata da Papa Francesco, deve essere intesa anche come un ribaltamento dei suoi significati correnti, ai quali, non raramente, è stato associato, erroneamente, anche lo stile della misericordia e della carità cristiana. La tenerezza – ha spiegato – non è un’ emozione passiva e debole dell’amore per la vita: è la forza gentile della sua giustizia, la forma estetica della sua verità: ossia, l’evidenza dell’amore come deve essere. Esprime la nostra capacità di plasmare uno stile personale e relazionale ispirato all’etica degli affetti umani, che mette in circolazione il piacere e la bellezza della loro qualità spirituale”.