“SIAMO CUSTODI E NON PADRONI DELL’AMBIENTE”

ASSISI – Una riflessione sull’ambiente, sulla natura, uno stimolo al dialogo costruttivo e al confronto sono arrivati sabato 17 maggio dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino durante un convegno a Santa Maria degli Angeli organizzato nell’ambito della seconda marcia nazionale per l’aria, l’acqua, la terra e i cibi sani” del coordinamento nazionale Terre Nostre dei comitati no biogas, no biomasse.
“Vi ringrazio di avermi invitato al vostro convegno. Vengo come vescovo di questa Città, che risuona del Cantico di Frate Sole e Sora Luna, a dire una parola che non è, ovviamente, quella di un “tecnico”, ma di un pastore, che sa quanto   queste problematiche  che voi dibattete  siano rilevanti per la nostra salute, la nostra dignità, il nostro futuro.
Non entro in aspetti concreti sui quali  non  ho  competenza e ho tutto da imparare. Mi sembra però importante che su questi temi si formi una opinione pubblica informata, capace di incontro e di dialogo, desiderosa di essere presente sulle dinamiche sociali e decisionali con il miglior desiderio di favorire il bene comune, lontano da retro-pensieri di parte e di conflitto. L’ambiente ci riguarda tutti. Ed è bene che cresciamo insieme su questo terreno che è di tutti, facendo quanto è possibile per accorciare distanze e lavorare in unità. E’ un aspetto che papa Francesco sta ricordando alla Chiesa e all’umanità con lo slogan della “cultura dell’incontro”, radicalmente alternativa alla cultura dello scontro e alla cultura dello scarto.  Vi sono grato dunque se vorrete accogliere, in questo spirito,  alcuni brevi pensieri.
Il primo pensiero è di apprezzamento per l’interesse che manifestate in questi aspetti della problematica ambientalista che sono a tema del  vostro convegno. Grazie se riuscite a portarlo avanti con uno stile di “pace”, aiutando tutti a capire, a confrontarsi, a dialogare in modo pacato e costruttivo.  
Il secondo pensiero è un piccolo contributo che vi propongo da uomo di fede, che forse incontra tra di voi altri uomini e donne che viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, ma forse anche amici che camminano per altri sentieri, con i quali comunque è bello poter condividere pensieri di bene. Che cosa penso, dunque? Ritengo che, quando si tratta della bellezza del mondo, delle sue qualità, delle sue prerogative, non è soltanto in gioco qualcosa di  pragmatico, ma tutta una visione della vita, dalla quale dipendono atteggiamenti decisivi. Io credo che sentire il mondo, il mondo concreto che noi siamo e da cui siamo circondati, come un “dono che ci viene da Dio, come Francesco d’Assisi cantava, o che almeno, nell’ottica di  chi non crede, rinvia a un mistero che ci supera, sia essenziale per imboccare una strada giusta nel nostro porci verso l’ambiente. Quando ci poniamo come dominatori, quasi fossimo noi ad aver  fatto il mondo, credendo dunque di poterlo assoggettare a tutte le nostre voglie e ai nostri arbitri, si verifica un deficit etico, da cui possono derivare le peggiori devastazioni. Forse si è equivocato persino sulla parola biblica delle origini che dà all’uomo il compito di “soggiogare” la terra. In realtà, quel “soggiogare” non ha nulla dell’arbitrio dominativo, e porta in sé invece tutta la responsabilità della custodia. Il nostro intervento sul creato, per accrescerne le risorse, contenerne rischi e svilupparne le potenzialità, può, e anche deve, avvalersi della tecnologia, ma sempre rispettando le intime leggi del cosmo. Ciò sia nel mondo umano – c’è una ecologia umana, che esige ad esempio rispetto della vita in tutte le sue fasi ed espressioni – sia nel mondo non umano con cui pur siamo in relazione profonda. Queste leggi obiettive del mondo, se rispettate, fanno bello il mondo e rendono serena e sana la nostra umanità. Siamo custodi, non padroni e spadroneggiatori dell’ambiente.
Un ultimo pensiero lo traggo dal fatto che mi capita spesso di essere coinvolto, qui in Assisi, in momenti di riflessione che hanno come loro centro la problematica ecologica. Mi capita di vedere così anche le differenze di impostazione che si registrano tra persone che pur sono tutte – o almeno tante volte – sinceramente interessate al discorso ambientale. Ovviamente ciascuno ha il diritto di fare il suo percorso e deve dare il contributo a seconda di ciò che gli ispira la coscienza e che risponde alle sue convinzioni. Ma nel frattempo è anche bello e fecondo parlarsi, facendo in modo che in questa materia si crei una piattaforma sempre più unitaria di principi, di valutazioni e di iniziative. Il mio compito di pastore in questa straordinaria città mi porta a sentire ciò con particolare forza. E’ il motivo per cui sono tra voi e cerco di non mancare simili appuntamenti. Vi ringrazio di cuore per avermi dato l’opportunità di dirvi una parola, che, al di là dei suoi contenuti, è innanzitutto una parola di amicizia. Mi auguro che quanto state dibattendo e i risultati a cui approdate possano essere significativi e vantaggiosi per tutti. Con l’augurio, do un abbraccio a ciascuno di voi e, se mi consentite, rivolgo al Signore una preghiera, perché dia a tutti noi la capacità di camminare insieme nella costruzione di un mondo più bello, più sano e più giusto, come quello che egli ha sognato, e che ognuno di noi desidera”.