Monsignor Sorrentino: “Abbiamo bisogno di voi slanciati nell’adorazione e capaci di tenerezza”

TANTI RELIGIOSI E RELIGIOSE A SAN RUFINO ALLA GIORNATA PER LA VITA CONSACRATA

ASSISI – “Abbiamo bisogno di consacrati totalmente slanciati nell’adorazione e insieme totalmente capaci di tenerezza, con un volto sempre gioioso e una vita sempre disponibile in tutte le ore della giornata”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino durante la santa messa celebrata, venerdì 2 febbraio nella cattedrale di San Rufino, in occasione della Giornata mondiale della Vita consacrata nella Festa della presentazione di Gesù al Tempio. Il vescovo dopo aver affermato che “i consacrati ci aiutano a capire il mistero della Chiesa” ha spiegato, ai tanti religiosi e religiose presenti alla celebrazione, ciò che è essenziale alla vita dei consacrati e ciò che i consacrati con la loro vita dicono a tutta la Chiesa e al mondo. In particolare ha illustrato le dimensioni della rappresentanza, della tenerezza e della profezia. “La vita consacrata – ha spiegato – sta sulle orme di Cristo. Siete uomini e donne che rinunciando a tante altre cose, perché sia più visibile questa scelta e questa offerta, vivete per Dio, vi dedicate a Dio dite il grazie e l’adorazione della Chiesa e dell’umanità a Dio. Il mondo – ha aggiunto – ha bisogno di una Chiesa adorante e capace di Eucarestia. Il consacrato intensifica la capacità di tenerezza del nostro cuore perché la elabora, la sperimenta e la esercita nel suo rapporto con la bellezza dell’umanità di Cristo al quale continuamente fa riferimento. Se sei capace, ovunque vedi un fratello soprattutto se è un fratello che soffre, che è triste, che è povero, di sentire esplodere il cuore di tenerezza per cui l’abbracci e lo fai tuo è il segno che stai vivendo bene la tua vita consacrata. Dio ci ha mandato il Figlio perché vuole un’umanità in cui la luce del Figlio rifulga, un’umanità in cui il Paradiso sia anticipato, assaggiato e gustato. Questo deve essere il compito di tutta la Chiesa e di voi consacrati. La nostra società – ha sottolineato – sta vivendo un grande inverno demografico. La vita non fiorisce più, siamo sempre più isolati e frammentati al punto che, qualche giorno fa nella nostra Europa, è stato istituito il ministero per la solitudine. Dobbiamo essere noi Chiesa il ministero per la solitudine, noi Chiesa che diventa sempre più fraterna e genera sempre più fraternità. Se nelle nostre comunità c’è una persona sola ce ne dobbiamo fare carico. La Chiesa – ha aggiunto ancora – deve essere il luogo dove la solitudine è vinta perché la fraternità, è sentita ed è vissuta. Le vostre fraternità sono fatte per andare nelle case, nelle strade a ritessere la fraternità. Vangelo e fraternità sono due pilastri del carisma che ha costruito la nuova Assisi di Francesco. C’è bisogno – ha concluso – che la nostra bellissima Chiesa si metta in cammino con grande sentimento sinodale per mettere insieme tutte le nostre risorse e andare, come dice Papa Francesco, per le strade e nelle case a portare insieme la gioia del Vangelo e la tenerezza della fraternità”.

Una festa di luce quella della Presentazione di Gesù al Tempio, che ha visto, all’inizio della celebrazione l’accensione delle candele da parte dei tantissimi consacrati presenti ad indicare che “Gesù è luce e la Chiesa è la luce riflessa”.

Al termine della celebrazione è seguito un momento di convivialità fraterna.