TEMPO DI QUARESIMA, TEMPO DI CONDIVISIONE, TEMPO DI FIRME

Eduardo D’Amico*

Nel recente corso di formazione regionale diretto ai referenti parrocchiali del Sovvenire, tenutosi ad Assisi lo scorso 4 febbraio 2018 alla presenza del vescovo delegato dell’Umbria monsignor Paolo Giulietti, del Responsabile nazionale della formazione Stefano  Maria Gàsseri e del commissario regionale per l’ Umbria diacono Giovanni Lolli, è stata data la notizia ufficiale che le offerte liberali per il Sostentamento dei sacerdoti nella nostra regione umbra sono passati da 83.233 del 2016 a 85.990 del 2017 con un incremento annuo del 3,3%.                                                                                                                                     Questo dato, decisamente confortante, attesta la maggiore partecipazione e responsabilità dei fedeli della nostra regione verso la propria Chiesa, in particolare verso i sacerdoti tutti,  invertendo un trend negativo di discesa che aveva caratterizzato gli ultimi anni.  Vale la pena di notare che la Diocesi di Assisi è stata la più generosa avendo offerto ai sacerdoti, in proporzione agli abitanti, la percentuale più alta fra tutte le otto diocesi umbre.

Tra le motivazioni dell’ aumento delle Offerte liberali (si ricorda che esse sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi) sono stati messi in evidenza:  I progetti di carità attuati nelle nostre diocesi e  Il lavoro di formazione e informazione dei fedeli svolto dagli Incaricati diocesani.

Per i progetti di formazione, dopo il convegno diocesano del novembre del 24 novembre 2017, svoltosi alla presenza dei vescovi Sorrentino e Giulietti, si sta predisponendo una programmazione che nel tempo coinvolgerà i Consigli Pastorali  e quelli degli Affari economici delle cinque vicarie foranee della diocesi, le aggregazioni laicali, gli uffici della Curia  e varie parrocchie. Fondamentale al tal fine sarà la collaborazione dei sacerdoti e dei fedeli laici impegnati.

La revisione del Concordato (1984) ha fortemente modificato le forme del Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica e l’ innovazione più grande è stata quella di intervenire sul modo di pensare dei fedeli, promuovendo la responsabilità di essi alla vita della comunità con un atto di donazione partecipata e responsabile, cioè con la firma. Il sostegno economico alla Chiesa cattolica rende, inoltre, maggiormente possibile l’attività missionaria di evangelizzazione sul nostro territorio.

Il rapporto tra Vangelo e povertà non viene cambiato dal “nuovo corso” di una Chiesa che chiede un contributo economico perché ciò che interessa è l’utilizzo di esso come strumento di sostentamento, giustizia, fraternità e carità. Il sostegno dei credenti diventa promozione umana.

I fedeli che rientrano nelle due grandi categorie fiscali CU E UNICO possono quindi riempire il riquadro “scelta per la destinazione dell’ 8xmille dell’ IRPEF” in ciò compiendo un gesto di partecipazione consapevole, possibilmente con gioia e con animo grato riconoscendo di grande valore le tante attività di servizio compiute dalla nostra Chiesa nei campi: missionario (anche nel terzo mondo), di pastorale (battesimi, matrimoni, prime comunioni e cresime, celebrazioni eucaristiche ecc.), di costruzione e restauro dei luoghi di culto, di Sostegno economico al Clero e, soprattutto, nel campo della Carità che, di fatto, è divenuto un sostegno al popolo laddove lo Stato non arriva.

Da una statistica recente (2016) è emerso che la Chiesa Cattolica ha svolto servizi nel nostro Paese verso gli italiani per un importo di cinquemilioniottocentosessantaduemila    (€ 5.862.000,00) con un risparmio effettivo per lo Stato italiano di ben 12. 278.000 euro (dodicimilioniduecento settantottomila). I soldi vengono, quindi, spesi bene e  hanno un grande beneficio sociale!

*Incaricato diocesano del Sovvenire