TRE CATECUMENI RICEVONO IL BATTESIMO NELLA NOTTE SANTA

In tanti alla santa messa celebrata in cattedrale la domenica di Pasqua

ASSISI – “È Risorto il mio Signore, vive Cristo mia speranza”, speranza esplosa nella veglia Pasquale della notte Santa presieduta dal vescovo Sorrentino nella cattedrale di San Rufino. La gioia del Risorto ha pervaso il cuore dell’assemblea ancora numerosa, attenta, devotamente partecipe. Esplode la vita sulla morte, la speranza certa anche della nostra resurrezione: nella liturgia della luce dove al cero pasquale simbolo del Cristo risorto ciascuno ha attinto la luce necessaria alle sue tenebre; nella liturgia del battesimo con la quale la nostra grande famiglia della Chiesa ha allargato le sue braccia per accogliere nel suo grembo tre catecumeni; nella benedizione dell’acqua; nel rito dell’aspersione dell’assemblea, nella liturgia della Parola che con le letture appropriate ha ripercorso in breve la storia della nostra salvezza; nei canti gioiosi e risuonanti di entusiasmo giovanile; nel canto dell’Exultet che con le parole di sant’Agostino fa nuove tutte le cose e ci fa guardare con occhi nuovi e propositivi anche il peccato: “felice colpa che meritasti un tale Redentore che dal sepolcro è risorto glorioso e vincitore” perché: “questa è ancora la notte, in cui tutti i credenti in Cristo Risorto sono strappati dalle tenebre del peccato e della morte”. All’omelia il presule ha ricordato la domanda che le donne corse al sepolcro si sono poste: “Chi ci farà rotolare la pietra dal sepolcro? non sospettando che la pietra era già stata rotolata, che il sepolcro è già vuotato. Non c’è più morte ma vita. Non c’è più il crocifisso, ma il risorto. Un interrogativo che ancora oggi inquieta e da sempre il cuore dell’uomo. Non sapevano che stavano per fare la scoperta più grande della storia: il sepolcro non è il destino della storia, ma solo una strettoia, perché Gesù ha rotolato quella pietra, ha sconfitto la tirannia della morte, tutta la liturgia di questa veglia Pasquale dà voce a questo mistero per il quale siamo entrati nella luce, siamo diventati luce e siamo chiamati a far luce”. Alla santa messa della mattina in cattedrale ancora gremita della domenica di Pasqua il parroco don Cesare Provenzi che presiedeva la celebrazione ha ricordato che “le lacrime di Maria di Magdala davanti al sepolcro vuoto sono le nostre lacrime quando sediamo davanti alla nostra vita vuota e piena di morte senza Dio. Ma queste lacrime di lutto devono trasformarsi oggi nel Risorto in lacrime di grazia, di gioia; il giardino della morte, come quello della nostra vita, in giardino della vita, perché il Risorto ancora ci affianca. Ciò è possibile se fai spazio alla pace nel tuo cuore, nella tua vita, nelle tue relazioni; è in cerca di questa pace che tanti pellegrini sono qui in Assisi città della pace. Sia pace oggi intorno alle nostre tavole imbandite e condivise con la famiglia e gli amici, è possibile se l’Ospite per eccellenza alla nostra tavola è lui il Cristo Risorto che trapassa le nostre porte chiuse”. A tutti cloro che ci hanno seguito sul sito, in streaming o con la loro presenza auguriamo da Assisi città della Pace: Buona e Santa Pasqua!

 

Suor Maria Rosaria Sorce