UNITI NELLA PREGHIERA, UNITI NELLA PACE

Ecco il messaggio del vescovo Sorrentino

UNITI NELLA PREGHIERA, UNITI NELLA PACE

27 marzo 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle, il nostro appuntamento di preghiera per la pace del prossimo 27 cade in quella che per noi cristiani è la grande settimana, la “settimana santa”.  Essa ci fa rivivere la morte di Cristo e la sua risurrezione. Torna alla memoria l’immagine di un innocente fatto segno di persecuzione e di vessazioni fino alla  morte di croce. Se storicamente vi furono implicati esponenti del suo popolo e il potere romano che occupava quella terra, non possiamo farne addebito al popolo ebraico in quanto tale, come ci ha ricordato il Concilio Ecumenico Vaticano II. Gli ebrei ci restano cari  come il popolo della prima alleanza, che per noi cristiani trova  in Cristo il suo compimento. In realtà tutti fummo  implicati in quella morte a causa del nostro peccato. Essa fu l’espressione dell’amore con cui il Figlio stesso di Dio si volle calare nella nostra morte per assicurarci   pienezza di vita.

La morte di Gesù si pone dentro un panorama di violenza che, in tutti i tempi, fino ai nostri giorni, vede uomini perseguitati ed uccisi a causa della fede, e spesso ad opera di altri uomini che si vantano di una religiosità arrogante, che non merita nemmeno il nome di religiosità, perché  non ha nulla a che fare con il volto buono e misericordioso di Dio. Purtroppo anche nella storia cristiana non sono mancati episodi di questa violenza ammantata di religiosità. Ce ne dobbiamo sinceramente rammaricare. Ma tanta, fin dai primi secoli, è stata la violenza subita dai discepoli di Cristo e ancora oggi molti di essi sono fatti segno di persecuzione. Avviene così anche in altre comunità religiose. È un fenomeno triste che va denunciato sempre e dappertutto.

Nella logica dello  “spirito di Assisi” vogliamo pregare perché tra i credenti di tutte le religioni    crescano il  reciproco rispetto,   il dialogo e la collaborazione,  nella testimonianza umile e sincera della propria identità. Vogliamo anche pregare perché il valore della laicità, che caratterizza le istituzioni pubbliche in tante regioni del mondo, venga sviluppato come accoglienza positiva ed armonica delle differenze, anche religiose, e non degeneri fino a non rispettare tradizioni e fedi religiose dei popoli.

Nell’unità di preghiera che supera distanze e i confini, auguro ai fratelli e sorelle di fede cristiana una Buona Pasqua e a tutti gli altri, di qualunque denominazione religiosa e culturale, un cammino di serenità e di pace.

 

 

+ Domenico, vescovo

 

Assisi, domenica delle Palme 2018