Omelia del Vescovo Funerale Eliza dipendente dell’Istituto Serafico di Assisi

12-01-2025

Eliza, guardando la tua foto e apprendendo con animo incredulo quello che ti era accaduto mi sono ricordato di averti incrociata in qualche occasione di incontro qui al Serafico.

Oggi, nella festa del battesimo di Gesù, che è anche la festa del nostro battesimo, vorrei ricordare che il nostro nome è da sempre nel cuore di Dio. Egli ci chiama col nostro nome. Ciascuno di noi è presente al suo sguardo, con i suoi lineamenti, con la sua storia, con le sue gioie e i suoi dolori. Il suo è sempre uno sguardo d’amore. Dunque anche per Eliza. Egli ci guarda così, e vorrebbe che ci guardassimo l’un l’altro così. Il nostro sguardo reciproco deve essere il riflesso dello sguardo di Dio.

E’ stato bello che il Serafico abbia scelto di essere il luogo dove celebrare questo momento di saluto ad Eliza. Il Serafico si sente famiglia: è una famiglia! È quello che i nostri ragazzi, i loro genitori, gli operatori, percepiscono. È quello che più di tutto interessa, come valore aggiunto di una professionalità che si intride di amore.

Eliza appartiene a questa famiglia spirituale. Dico appartiene, e non apparteneva, perché per noi cristiani la morte non sigilla solo la pagina del nostro passato da affidare alla misericordia di Dio, ma apre anche una nuova pagina tutta da scrivere nell’eternità.

Abbiamo ascoltato le parole che il Padre dice a Gesù nel Battesimo: “Tu sei il mio figlio diletto, in te ho posto il mio compiacimento”.

In forza del nostro battesimo, che ci inserisce nella vita di Gesù e ci fa diventare membra del suo corpo, queste parole di Dio sono dette a ciascuno di noi. Purtroppo la nostra vita distratta ci impedisce spesso di ascoltarle. Ma quando ritorniamo in noi stessi con sincerità, e ci mettiamo sotto lo sguardo di Dio, la sua parola ci raggiunge. E diventa luce che ci prepara al Cielo.

Al cielo, Eliza, non era certamente così che dovevi arrivarci. Tutto, nella tua vita al Serafico, ci faceva pensare che la tua anima fosse tanto impegnata nel servizio ai nostri ragazzi. Ti sei fatta amare e apprezzare. Hai voluto il tuo matrimonio con il segno della benedizione di Dio. Tu e Daniele vi siete aperti alla grazia sponsale, quella che, secondo il disegno di Dio, vi ha resi una carne sola, con la vocazione ad essere un cuor solo e un’anima sola. Che cosa sia accaduto poi, nel rapporto con Daniele, nella vostra vita di coniugi, non posso immaginarlo. E non è necessario. Siamo oggi troppo abituati a mettere in piazza tutte le nostre sensazioni, opinioni e valutazioni, spesso senza fondamento, solo per il gusto di parlare. Non è certamente questo il modo di stare di fronte a un evento tragico di questo tipo. È un evento che ci toglie la parola, e forse il silenzio rispettoso e orante è l’unica reazione degna della nostra umanità ferita. Se gli inquirenti e la giustizia stanno di certo già facendo la loro parte, noi facciamo la nostra presentando Eliza, e anche Daniele, allo sguardo paterno e misericordioso di Dio. Solo Dio può entrare fino in fondo nel nostro animo.  Noi sappiamo solo, e dobbiamo con forza dire, di fronte a questo primo femminicidio dell’anno, occorso nella nostra Umbria così segnata dalle grazie di Francesco e di tanti Santi, posto dentro una serie incredibile e inaccettabile di simili storie dolorose, che una cosa del genere non doveva capitare. Non la voleva certamente Dio, agli occhi del quale ogni vita è preziosa e sacra. Ogni vita, sempre. Dunque anche il suicidio è inaccettabile. Sì, dobbiamo crescere nell’apprezzamento della vita umana. Il Serafico è, a tal fine, un grande laboratorio. Qui la vita è accolta e amata senza chiedere che tipo di vita è, senza se e senza ma. Ogni persona merita quel rispetto, quell’accoglienza, quella premura, che devono somigliare a quanto Dio fa per noi. Accogliamo in questo momento la sua parola appena proclamata. È parola di consolazione: “Consolate, consolate il mio popolo”. Consolazione soprattutto per la mamma, le sorelle e gli altri familiari. Consolazione per noi che siamo la sua famiglia spirituale.  Anche la promessa del Vangelo è per noi: Gesù ci battezza in Spirito Santo, quello Spirito che ci assicura la vita che non muore, andando oltre tutte le nostre miserie e le nostre tragedie. Eliza, ti accolga in cielo l’abbraccio di Dio e ti consoli anche il nostro abbraccio fraterno. Riposa in pace.