ASSISI – Il 31 marzo e il 1 aprile si è svolto ad Assisi – Santa Maria degli Angeli il seminario di studio “Non siamo di p’Arte”, promosso dall’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e dal Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica, della Cei. Il seminario ha coinvolto i docenti di religione cattolica e gli operatori di istituti culturali ecclesiastici che hanno condiviso riflessioni e laboratori alla ricerca di percorsi didattici che possano valorizzare il ricco patrimonio artistico del proprio territorio per avvicinare i ragazzi all’arte partendo da un diverso punto di vista, cioè dalle caratteristiche emozionali e sensoriali. Per la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino erano presenti Francesca Cerri, responsabile dell’Ufficio Beni culturali Ecclesiastici e Silvia Rosati, Responsabile servizi Educativi, comunicazione Web e social network presso il Museo diocesano. Gli intervenuti sono stati “introdotti” ad una lettura delle opere d’arte dalla “Danza di Salomè” del portale di San Zeno a Verona del XII secolo, alla Pizzica, danza popolare del salento, al “Cristo danzante” dell’artista marchigiano Marco Papa del 2014, utilizzando proprio la danza come elemento fondamentale di unione e di relazione, perché la danza “è un mirabile scambio” – ha ricordato il relatore don Liborio Palmeri, direttore del Museo di Arte contemporanea san Rocco di Trapani – e danzare – ha aggiunto – “nella grande tradizione della storia dell’arte significa entrare nel paradiso”. E a proposito dell’arte contemporanea lo stesso relatore ha sottolineato che “ si vede solo ciò che si conosce, soggetti che si riconoscono… ma è arrivato il momento di cercare di conoscere per vedere ciò che ci circonda”. E’ importante dunque riconciliarsi con l’arte contemporanea e creare un dialogo con gli artisti: “ Ascoltare e guardare gli artisti ha un significato di profezia nei confronti della realtà”. Perché l’arte possa essere occasione di incontro, per recuperare il suo vero significato, secondo don Liborio, è necessario “partire dall’antropologia, dall’esperienza, uscire dagli schemi, guardare le cose da un altro punto di vista”, proprio come è stato proposto nelle due giornate di Seminario attraverso la danza.
COME AVVICINARE I RAGAZZI ALL’ARTE
