ASSISI – Si è svolto domenica 7 maggio alla Domus Laetitia ad Assisi il ritiro diocesano degli animatori CMFV, momento edificante che ha visto una sostenuta partecipazione. Questo ritiro dà il via al “piano di lavoro” previsto nel contesto di un cammino di formazione per animatori, un percorso da realizzare almeno in due anni secondo le due direttrici: del metodo e delle attitudini. L’incontro di domenica è stata la prima tappa di lavoro sul metodo. I partecipanti, dopo la consegna dell’Instrumentum Laboris, sono stati divisi in gruppi ognuno dei quali ha approfondito un momento dell’incontro comunitario attraverso delle schede pensate proprio come traccia per il lavoro di gruppo. Questo al fine di raffinare la proposta di formazione per animatori, che diventerà una tappa fondamentale del cammino CMFV. La mattinata si è aperta alle 9 con la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Domenico Sorrentino. Durante l’omelia il vescovo si è soffermato sulle parole di Pietro (At 2,14.36-41) che rivolte alla folla riescono a trafiggere il cuore di chi le ascolta al punto tale da sentirsi rispondere: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”. Quanto sarebbe bello se ogni predicazione provocasse questa risposta! Viviamo oggi un momento di declino nei nostri territori di antica cristianità: tante persone si allontanano dalle radici cristiane. Il Vescovo chiede a tutti di interrogarsi sul perché di questo: forse la nostra predicazione non sa più essere forte come quella di Pietro? Forse la testimonianza dei fedeli non è più quella della prima comunità cristiana? Monsignor Sorrentino chiede però di non scoraggiarsi, dobbiamo guardare a Cristo Pastore unica Verità, per imparare a vivere la sua pastoralità come forma di vita. Gesù la esercita attraverso la Chiesa, prima di tutto attraverso i pastori, ma c’è poi una pastoralità diffusa poiché ogni cristiano deve farsi custode del fratello. E così anche il ruolo dell’animatore non è altro che condividere con Gesù questa pastoralità, facendosi suo volto perché i fratelli possano vederlo e sentirlo in lui. Le persone non si devono raccogliere intorno a “te “ in quanto persona, ma intorno a Gesù. Dobbiamo sentirci servi e strumento di questo progetto, persone che conducono i fratelli a Cristo. Il Vescovo continua il suo intervento dicendo che Gesù è venuto per dare la Vita e darla in abbondanza, e questo lo fa donando la sua vita: per questo dobbiamo imparare a morire a noi stessi, a lasciar morire il nostro io per dar spazio agli altri. La nostra vita è tutta chiamata ad una spogliazione di se: “io voglio essere tutto di Dio e per questo anche tutto dei fratelli. E allora un animatore di comunità, un pastore cosa devono essere? Uno che si spoglia di sè per fare spazio all’altro. Più siamo capaci di questo più la vita di Gesù sovrabbonda in noi. Un bel compito! chiediamo a Gesù di farcelo capire anche alla luce del suo Volto”. Dopo la Messa mons. Sorrentino ha aperto i lavori illustrando ai presenti il metodo comunitario e introducendo le schede di approfondimento, dando il via così ai gruppi di studio guidati ognuno da un coordinatore. I presenti si sono ritrovati poi nella sala conferenze per condividere con gli altri l’approfondimento fatto. L’incontro si è chiuso con il pranzo. Grande soddisfazione da parte degli animatori per questa prima tappa del percorso formativo, consapevoli anche loro della necessità di crescere in questo servizio.
SPOGLIAMOCI DI NOI PER FAR SPAZIO AGLI ALTRI
