ASSISI – Riscoprire i sapori antichi è attuare un memoriale di fragranze, profumi, odori che dai sensi esterni e interni riportano alla mente ricordi unici di momenti indimenticabili e irripetibili. L’istituto Alberghiero di Assisi e in specie i suoi docenti di cucina e sala-bar sanno bene che la professionalità e competenza culinaria e ristorativa va oltre il raggiungimento di meri obiettivi puramente didattici e immediati e sconfina in quella finalità educativa che costruisce cultura, relazioni e modus vivendi efficaci di vita familiare e sociale. L’Alberghiero in tutti gli attori dell’educazione ha una conoscenza profonda e una lunga esperienza dei rapporti tra cibo-cultura-famiglia-società, sa che educare alla tavola è educare alla convivialità e solidarietà, all’accoglienza e alla integrazione delle diversità; attorno alla tavola si riunisce la famiglia e celebra a tavola i momenti più significativi della vita. Sono soprattutto i più piccoli dell’Alberghiero, gli alunni delle classi prime, i più fragili che vivono il passaggio dalla scuola media a quella superiore di secondo grado che talvolta corrisponde anche all’uscire ogni mattina dal proprio paesino e recinto familiare, ad avere la necessità di sviluppare il senso di appartenenza alla scuola, al territorio in cui vivono, alla famiglia, sentendola in rete con la scuola. A questo scopo è stato pensato il progetto: “La merenda dei nonni” che ha visto gli alunni delle classi prime impegnati a riscoprire sapori, colori ed emozioni del passato, ricette adeguate ai nonni, guidati dagli insegnanti di cucina e di sala-bar. Il progetto ideato dai docenti Patrizia Proietti, Giovanna Gagliardi, Claudia Apostolico e Carla Cozzari si è concluso presso la sede Eremo con un magnifico buffet che i giovanissimi di ogni classe prima dell’Alberghiero hanno offerto ai loro nonni, ma anche a genitori e parenti, in una magnifica coreografia dal sapore antico e salutare. I parenti hanno potuto non solo apprezzare quanto preparato dai loro ragazzi, ma anche godersi una sosta conviviale, familiare con i giovani e i docenti. E’ una pratica di buona-scuola che mette insieme presente e passato, le generazioni nuove e antiche, scuola e famiglia, professionalità e umanesimo antico ma sempre nuovo e da riscoprire soprattutto come finalità educativa primaria della scuola.
Suor Maria Rosaria Sorce