IL PAPA A FIRENZE CITA SAN FRANCESCO

ASSISI – Nella mattinata di martedì 10 novembre dopo la preghiera presieduta da monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole e vicepresidente della Cei e la riflessione spirituale di don Massimo Naro, docente di teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Sicilia i partecipanti al Convegno di Firenze tra cui la delegazione di Assisi composta da Anna Maria Bettuzzi, Stefania Proietti, Francesca Di Maolo, Don Alessandro Picchiarelli e Carlo Migliosi, guidata dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, hanno ricevuto la visita di Papa Francesco proveniente da Prato. Il Santo Padre è stato accolto nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore dal saluto del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei che ha ringraziato Papa Bergoglio “per la sua presenza tra noi come per l’autorevole parola che ci rivolgerà: sono segni della sua prossimità di Pastore. Grazie perché, anche con il suo esempio, non finisce di incoraggiarci a uno spirito più autentico, disinteressato e gioioso. Questi giorni di preghiera, confronto e progettualità ci aiutino a far nostre le sue indicazioni e a crescere nella testimonianza del Signore. Anche questo nostro convegno ecclesiale – ha aggiunto il cardinale – con la sua preparazione remota e il convenire di tante sensibilità è una peculiare forma di espressione della sinodalità della Chiesa italiana”. Sono seguite alcune toccanti testimonianze che sono state offerte al Papa.
“Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato – queste le parole pronunciate da Papa Bergoglio all’inizio del suo discorso dopo le quali ha aggiunto – se non ci abbassiamo non potremo vedere il suo volto. Non vedremo nulla della sua pienezza se non accettiamo che Dio si è svuotato. E quindi non capiremo nulla dell’umanesimo cristiano e le nostre parole saranno belle, colte, raffinate, ma non saranno parole di fede. Saranno parole che risuonano a vuoto”. Un ampio discorso quello del Papa durante il quale ha affermato che “La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d’Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente”. Infine il Papa ha fatto un appello ai giovani di essere forti e di superare l’apatia “che nessuno disprezzi la vostra giovinezza, ma imparate ad essere modelli nel parlare e nell’agire. Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni”. Ha poi concluso dicendo “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. L’umanesimo cristiano che siete chiamati a vivere afferma radicalmente la dignità di ogni persona come Figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita molto dura”.
Si allegano il discorso di Papa Francesco, il saluto del cardinale Angelo Bagnasco e le testimonianze.