CELEBRATA LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO – GUARDA IL VIDEO E LE FOTO

ASSISI - In un cammino interdiocesano di sinodalità, le diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno hanno celebrato la Giornata mondiale del malato. Come da programma venerdì 11 febbraio pomeriggio nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli dopo la preghiera del rosario è seguita la santa messa presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Durante l’omelia il vescovo ha ringraziato i curanti per la dedizione e l’impegno verso i malati in questo terribile periodo di pandemia non ancora concluso, sottolineando che esiste un legame profondo tra le persone in cura e le persone che curano, un legame rappresentato dalla relazione di fiducia e di amore per la vita, fratelli e sorelle associati al mistero dell’incarnazione di Cristo ed al suo disegno, quindi a loro è riservato un posto privilegiato nel cuore della Chiesa.

Sabato 12 febbraio presso la sala parrocchiale della Chiesa di San Paolo apostolo a Foligno c’è stato il convegno sul tema “Il familiare come caregiver”: impegno, coinvolgimento emotivo, responsabilità come scelta d’amore .

Dopo i saluti introduttivi di Piergiorgio Selvi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della salute della diocesi di Foligno è seguita la prolusione del vescovo che si è soffermato sul valore della famiglia sacramentale-spirituale e quello delle piccole comunità nelle quali la prima si declina. Si sono succedute relazioni tematiche di area clinica, psicologica, sociale, teologica.

Per l’area clinica la Fiammetta Marchionni, neuropsichiatra ha analizzato gli aspetti inerenti “La presenza di una persona malata o con disabilità in famiglia”, illustrando le caratteristiche patologiche e funzionali di condizioni disabilitanti nelle varie età della vita e le relative necessità di cura ed assistenza ad esse correlate .

Gli aspetti psicologici dell’impatto che la presenza di un congiunto malato o disabile può creare all’interno di una famiglia sono stati trattati Azzurra Stronach, psicologa e mediatrice familiare che nella relazione “L’impatto emotivo e psicologico nel prendersi cura” ha sottolineato anche i rischi di salute cui va incontro un familiare caregiver qualora si isoli e non  chieda aiuto qualora si senta in difficoltà. Il riconoscimento sociale e tutelare è stato affrontato nella relazione “Chi è il caregiver familiare? Consapevolezza del ruolo” da Elisabetta Clelia Pelafiocche, assistente sociale, che ha dato informazioni sia sulle opportunità di aiuti domiciliari messi a disposizione dal Sistema sanitario nazionale, sia sulle recenti  normative di supporto economico elargite dai Comuni cui si può fare richiesta se in possesso di determinati requisiti. Don Giovanni Zampa, vicario per la pastorale della diocesi di Foligno, nella sua relazione teologica “La gioia dell'amore  che si vive nelle famiglie... con infermi e situazioni di fragilità”  ha affermato che se si è capaci di rinnovare quotidianamente in senso evangelico e con fede i valori fondanti della famiglia, si può provare gioia anche in situazioni di sofferenza.

Commoventi sono stati gli interventi conclusivi, testimonianze di persone che hanno voluto condividere con i presenti il loro “stare accanto” a familiari gravemente malati. Le testimonianze sono state introdotte dai responsabili degli Uffici diocesani per la pastorale familiare .

Il convegno, moderato da Marina Menna, direttrice dell'Ufficio per la pastorale della salute della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, ha voluto valorizzare dunque la persona che sceglie di essere “familiare caregiver”, la persona cioè che sceglie di prendersi cura di un proprio congiunto sofferente, è consapevole dell’impegno e della responsabilità cui va incontro, ma non ne sente il peso se lo fa come scelta d’amore e può contare anche sul coinvolgimento ed aiuto dell’intero nucleo familiare, ristretto ed allargato. Tutto ciò come senso autentico di “Amoris laetitia”che può viversi nelle famiglie.

 

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