LA TRADIZIONE ASSISANA DELLA SCAVIGLIAZIONE NELLA MESSA DEL GIOVEDI’ SANTO

ASSISIGremitissima di assisani, umbri e pellegrini più del consueto la cattedrale di San Rufino in occasione della santa messa in coena Dominialle 17,30 del giovedì Santo presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e concelebrata da numerosi presbiteri diocesani e religiosi tra cui don Maurizio Saba, vicario generale e foraneo e don Cesare Provenzi parroco della cattedrale. All’inno introduttivo “Sono giunte le nozze dell’Agnello la sua Sposa è pronta”il preludio del vescovo il quale ha dichiarato che il canto “ci proietta subito verso la Gerusalemme celeste perché la sua sposa, la chiesa, un giorno nonostante tutto sarà pronta”. Poi all’omelia il vescovo ha ricordato: “Con la messa in coena Domini c’immergiamo nel pieno del triduo pasquale che ci fa vivere la morte e resurrezione di Cristo umanamente nella luce dell’Eucaristia, cuore pulsante della Chiesa, fondamento e culmine della liturgia e della vita cristiana. Il volto stesso di Dio e l’immagine eucaristica del Padre. Un Dio che come abbiamo ascoltato nella prima lettura – ha aggiunto – per salvare il suo popolo dalla schiavitù deve colpire. L’Eucaristia entra in questa logica di salvezza, Dio, infatti, non colpisce più per salvare, perché colpisce se stesso nel Figlio dato a noi, il cui sangue è sparso per noi. Dio mette in gioco e dona interamente se stesso nella vita incarnata, umana del Figlio, Lui il nostro Dio muore per noi, ogni volta che spezziamo il pane eucaristico, Lui si fa pane spezzato, Corpo spezzato e questo è il volto del nostro Dio come tra poco vedremo nel rito della Scavigliazione. Non basta. Un altro momento importante è il mangiare Cristo che ci cristifica, dal battesimo in poi ci fa crescere, come Lui con i suoi stessi pensieri e sentimenti formando una sola famiglia. Terzo momento, un Dio che ci chiede con il gesto della lavanda dei piedi senza stare a guardare che ci sia il traditore, di metterci a servizio, fare quello che Lui ha fatto. Si tratta di un progetto per una società che metta al centro il servizio che dobbiamo continuare a coltivare in un mondo dove ci sgomentano scene di violenza e terrorismo. Come rispondere eucaristicamente? Con l’amore gratuito che perdona. San Paolo – ha concluso monsignor Sorrentino – raccomanda prima di mangiare il corpo del Signore di scrutare il suo cuore e se non è pronto ad amare non può ricevere il Corpo del Signore”. Sempre significativo e commovente il rito della lavanda dei piedi e la deposizione del Crocifisso, ricordo della passione del signore e della lauda trecentesca della Scavigliazione e l’adorazione eucaristica in una cornice liturgica ed eloquente negli addobbi, nei segni e nei simboli curati nei particolari dal parroco don Cesare Provenzi e dalle suore francescane Immacolatine che prestano il loro servizio in cattedrale e dai canti del coro parrocchiale.
 
Suor Maria Rosaria Sorce