MONSIGNOR SORRENTINO A MILANO PER CELEBRARE ACUTIS: “SAN CARLO CANTICO VIVENTE”

MILANO – Anche una delegazione della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, guidata dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha partecipato alla celebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di San Carlo Acutis celebrata lunedì 13 ottobre nel Duomo di Milano.

La santa messa celebrata il giorno successivo alla prima memoria liturgica del nuovo santo, che ricorre il 12 ottobre, è stata concelebrata da cinque vescovi – tra cui, oltre all'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Presenti la madre di Carlo, Antonia Salzano e numerose autorità civili e religiose.

All’inizio del Rito, sono state poste sull’altare le reliquie del Santo e davanti a queste sono stati accesi i ceri dai due arcivescovi, con accanto la sua immagine venerata nella chiesa milanese di Santa Maria Segreta, che l’adolescente frequentava quotidianamente.

Nell’omelia, monsignor Delpini ha ricordato come anche una città complessa come Milano possa essere luogo di santità, così come l’adolescenza, spesso segnata da fragilità, può diventare tempo di grazia e di dono. Carlo – ha sottolineato – ha vissuto la sua giovinezza con fede, preghiera e impegno per il bene, fino ad offrire la malattia per la Chiesa e il Papa.

A conclusione, monsignor Sorrentino ha parlato di Carlo come di un “cantico vivente”, testimone della bellezza del mondo, dell’amore per l’Eucaristia e della vicinanza ai più poveri.

“È stato bello – ha detto il vescovo Sorrentino - ascoltare parole di invito a una santità possibile anche lì dove la fatica, la sofferenza, il fallimento sono all’ordine del giorno, come nel groviglio della città, nelle fatiche dell’adolescenza, nella lacerazione della morte e della sofferenza acuta", ha, infatti scandito l’arcivescovo di Assisi, parlando "di una grande eredità di grazia per la Chiesa universale”. “Ma è anche bello guardare avanti con lo spirito di Francesco e di Carlo che intonano insieme adesso un triplice cantico", in primis quello delle Creature. “Carlo non ha scritto un Cantico, lo è stato lui stesso, spiegando, in modo particolare ai giovani, che il mondo è bello, da custodire e da guardare con il sorriso sulle labbra. Il secondo cantico è quello dell’Eucaristia e il terzo, il cantico dell’amore vero, concreto che si fa vicino a ogni fratello povero e sofferente”. L’augurio per il vescovo Delpini è che “in questa città così importante come Milano, siano tanti i giovani che diventano santi, canonizzati o meno”.

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