ASSISI – Mercoledì 6 novembre a mezzogiorno il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà la recita dell’Angelus Domini nell’Abbazia di San Pietro ad Assisi in ricordo del venerabile don Antonio Pennacchi in vista del 176esimo anniversario della sua morte avvenuta il 9 novembre 1848.
Il sacerdote diocesano, chiamato il “prete dell’Angelus Domini”, per il quale è in corso la causa di beatificazione, è nato a Bettona nel 1782 e vissuto in Assisi, nella parrocchia di San Pietro dove ora si trova la sua tomba. La sua vita è ricca di spunti e di momenti di grande spiritualità. Si sentì chiamato dal Signore alla vocazione sacerdotale e a 18 anni, all’inizio del 1800 si trasferì in Assisi per continuare gli studi filosofici e teologici. Si distinse subito per la sua intelligenza, per il suo impegno e per la pietà.
Fu ordinato sacerdote il 22 marzo 1806 dal vescovo Francesco Maria Giampé che, per la sua grande cultura, lo nominò insegnante di grammatica superiore nelle scuole municipali di Assisi e cappellano nella chiesa abbaziale di San Pietro e delle suore clarisse francescane di Sant’Andrea. Il fondamento della sua spiritualità sarà il mistero dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Figlio di Dio e per tutta la sua vita sarà l’apostolo dei nomi di Gesù e Maria. Da qui nascerà il suo amore alla povertà, alla preghiera, all’umiltà e penitenza sull’esempio di San Francesco.
Il suo campo di lavoro fu l’assistenza e la formazione dei ragazzi, dei giovani e l’amore, l’aiuto ai poveri, ai malati, con i quali divideva il suo stipendio di insegnante. Come San Filippo si circondò di ragazzi che raccoglieva dalle strade e fu il giullare di Dio. La causa di beatificazione, aperta nel 1905 dalla Santa Sede, per contingenze storiche non ebbe seguito e solo nel giugno del 2016 è stata riavviata con un decreto del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino proprio perché don Antonio Pennacchi venga elevato agli onori degli altari.