ASSISI – Domenica 24 gennaio nella cattedrale di san Rufino è stata solennemente celebrata la “Domenica della Parola" indetta da Papa Francesco. Alla celebrazione della santa messa don Cesare Provenzi, parroco di San Rufino, ha detto “Sì, parole di vita abbiamo ascoltato, come recitava il canto di acclamazione al Vangelo, parole così belle e innestate opportunamente nella liturgia odierna della domenica della Parola. Dio – ha spiegato don Cesare - invia Giona a Ninive ad annunciare parole al popolo. Quante ne ascoltiamo anche noi di parole, ma abbiamo bisogno della Parola anche questa tante volte celebrata e acoltata, perché tutto inizia per noi con la Parola Incarnata che nel Vangelo di oggi con l'arresto di Giovanni Battista, c'invita a riflettere. Gesù forse umanamente ha sbagliato, si mette in cammino in tempo in cui un profeta è stato sentenziato, ma proprio ora invece è tempo propizio per la Parola di mettersi in cammino per andare piu lontano, da chi l'attende". Cosi don Cesare ha invitato la comunità parrocchiale a mettersi in cammino, ma non come spesso accade senza meta, accontentandosi di beni materiali. La liturgia ci ricorda anche che "l'ira di Dio" è vicina e il cammino sia verso la conversione per costruire il Regno di Dio. È questione di Amore la vera conversione, è la libertà dei figli di Dio che si apre alla Carità e alla Solidarietà con i fratelli, è un cuore gioioso e umile, perché possiede la Parola ricevuta da Lui che mi cerca. Lui che va a Cafarnao sul mare di Galilea dalle cui sponde guarda l'Infinito, perché dobbiamo attraversare il mare senza paura e per questo non sceglie come collaboratori gli scribi e i potenti del suo tempo, ma gli ultimi e i poveri come noi, come direbbe oggi Papa Francesco, cerca collaboratori nelle periferie esistenziali. "Tutti siamo chiamati, inviati, il mandato conclusivo del parroco alla sua famiglia parrocchiale, nella Domenica della Parola, come profeti e sacerdoti in virtù del Battesimo a servire gli altri e a sporcarci le mani ... come Pietro dobbiamo lasciare le reti che ci hanno imbrigliato e che insistiamo a cucire, sistemare e rattoppare. Lascia tutto per la Parola, quella Parola che ti ha conquistato”.
Suor Maria Rosaria Sorce