ASSISI – “Una grande benedizione innanzitutto per don Matteo. Comincia un lavoro lungo che avrà anche le sue fatiche, ma sicuramente anche tante gioie. Lo ringraziamo per l’accoglienza della volontà di Dio insieme con i suoi collaboratori e una benedizione grande per tutti voi. Vogliatevi bene, sono sicuro che lo farete. Fate sentire ai sacerdoti che ci volete bene”.
Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, domenica 9 novembre alla fine della santa messa celebrata nell’Abbazia di San Pietro ad Assisi per l’ingresso del nuovo parroco Don Matteo Renga, nominato dal vescovo per nove anni parroco della parrocchia di San Pietro in Assisi.
“Abbiamo tutti – ha aggiunto - dal vescovo in giù i nostri difetti perché siamo esattamente come voi, non veniamo da un altro pianeta. Ci sforziamo di essere santi ma con tante difficoltà. Quando avete qualche cosa da rimproverarci ditelo al Signore, non chiacchieratene tra di voi, non scrivetelo nei social, non serve a nulla serve soltanto a fare spazio a Satana. Venite a pregare perché il Signore ci aiuti ad essere santi. E allora la benedizione come grande abbraccio di Padre a Don Matteo e a tutti voi”.
Il vescovo durante l’omelia ha sottolineato che “il nostro futuro sono i giovani”.
“Ho scelto don Matteo – ha aggiunto - anche perché gli avevo dato un incarico che ancora conserva e che è quello di essere responsabile della Pastorale dei giovani e anche di Azione cattolica. La chiesa abbaziale di San Pietro è stata servita per tanti anni dai benedettini, che dobbiamo ringraziare di cuore, fino al caro don Massimo che è morto proprio in questa chiesa e che ricordiamo con tanto affetto”.
“Oggi il Signore – ha proseguito il vescovo - ci ha mandato sulle orme di San Francesco San Carlo Acutis che è stato appena canonizzato. Lui era milanese e non si trova qui per caso: si è affezionato a Francesco. Qui abbiamo una sua reliquia del pericardio e una reliquia sta pure nella cattedrale di San Rufino. Queste tre chiese ormai sono congiunte dentro il panorama di tutti gli altri santuari francescani. Queste tre chiese: il Santuario della Spogliazione, la cattedrale di San Rufino e la chiesa di San Pietro fanno unità. Quindi parte bassa e parte alta vengono congiunte dai nostri Santi”.
“Il Santuario della Spogliazione – ha sottolineato il vescovo - è il santuario dove Francesco si è spogliato per ricordarci che anche Gesù si è spogliato: Francesco porta a Gesù. Al Santuario della Spogliazione c’è un quadro dove da un lato c’è Francesco e dall’altro Carlo e entrambi non puntano a sé stessi, tutti e due puntano a Gesù. Al Santuario della Spogliazione c’è Francesco e c’è il corpo di Carlo che resterà lì perché ci sono dei motivi che sono appunto la spiritualità di Francesco da cui si è nutrito. San Pietro diventerà come la succursale giovanile del Santuario della Spogliazione insieme con i frati, con i sacerdoti e con quanti vorranno. Tutti i giovani che verranno qui troveranno una proposta di fede, una proposta eucaristica, spero si possa presto inaugurare anche l’adorazione permanente della cappellina che è lì proprio davanti al venerabile Pennacchi, lì c’è anche la Madonna del Rosario. Le due cose che stavano tanto a cuore a Carlo: Eucarestia e Rosario. Qui ci sono anche le suore che hanno un cuore eucaristico la loro madre Santa Maria Cristina Brando. Abbiamo tante cose bella. Questa è proprio una chiesa abbaziale che profuma santità, persino una Serva di Dio dei nostri giorni, la Beata Chiara Corbella si è sposata qui. Chi viene qui potrà avere la proposta di Gesù e del suo Vangelo alla scuola di tanti Santi”.
Don Matteo Renga al termine della celebrazione ha ringraziato il vescovo e ha spiegato che “in diversi incontri e dialoghi che abbiamo avuto nei mesi scorsi mi ha consegnato i sogni e le aspettative che ha su questo luogo: San Pietro, segno tangibile di una fede millenaria, una fede che oggi deve animare sempre più questa comunità per essere una comunità missionaria pronta ad un rinnovamento pastorale soprattutto sul versante giovanile. Ed è da qui – ha aggiunto - che nasce il desiderio di costituire in questa comunità un centro pastorale giovanile e vocazionale a servizio dell’intera comunità diocesana ed anche dei tanti giovani che giungono ad Assisi come pellegrini attratti da San Francesco, Santa Chiara, San Carlo Acutis insieme anche ad altre figure come quella del venerabile don Antonio Pennacchi e della serva di Dio Chiara Corbella”.






