Nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, il 7 ottobre, anniversario del tragico inizio di un conflitto che sta continuando a logorare la Terra Santa, tutta la diocesi e le famiglie francescane si sono riunite nella recita del Rosario per la pace, accogliendo l’invito di Papa Francesco e del Cardinal Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini di Gerusalemme. Fr. Massimo Travascio, Custode della Porziuncola, ha presieduto il Rosario, alla presenza di monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. 77
Una numerosissima assemblea di fedeli, religiosi e pellegrini insieme alla comunità francescana della Porziuncola si sono riuniti questo importante momento di preghiera, in cui si sono meditati e contemplati i Misteri Gaudiosi attraverso il libretto liturgico proposto dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana (qui il link). «Pregando insieme il Rosario – ha esordito fr. Massimo all’inizio della celebrazione – vogliamo immergerci nella contemplazione del mistero di Colui che è la nostra pace, e vogliamo sentirci coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al cuore cristiano».
Il Custode ha poi introdotto il video-messaggio del card. Pierbattista Pizzaballa, che da Gerusalemme ha voluto inviare una piccola riflessione per unirsi alla preghiera alla Porziuncola. «Abbiamo bisogno di penitenza innanzitutto per convertirci – ha detto il Cardinale –. Anche io ho sono stato tentato di chiudere le porte, e non fidarmi del mio prossimo: ora più che mai abbiamo bisogno di convertirci per aprirci all’altro e essere capaci di ricostruire le relazioni, con la speranza e con la Fede di chi è convinto che il Signore che è risorto dai morti può riportare la vita anche là dove sembra che la morte regni». Luoghi santi, cuore della fede «I luoghi santi – ha aggiunto il vescovo Sorrentino al termine dell’omelia – sono il cuore della nostra fede, insieme con la gente che li abita, per questo devono essere assolutamente protetti e devono darci un messaggio di pace e non di guerra».