ASSISI – Mercoledì 20 gennaio nella cattedrale di Assisi è stata celebrata dal parroco don Cesare Provenzi alle 19,45 la santa messa per ricordare san Sebastiano martire, patrono dei Corpi di Polizia municipale d’Italia. Presente alla santa messa la Polizia municipale di Assisi. All’omelia don Cesare ha tratteggiato la vita del santo: guardia personale degli imperatori Diocleziano e Massimiliano, aveva organizzato un’intensa azione a sostegno fisico e spirituale dei cristiani, i quali, a motivo della loro fede, erano in carcere in attesa del martirio. San Sebastiano diffuse il messaggio cristiano presso i soldati, i magistrati e le famiglie nobili. Poi il parroco si è soffermato sull’appellativo attribuito a san Sebastiano: difensore della città per darne un’accezione attuale. “Vigilare, infatti, significa essere attenti, stare desti, rimanere all’erta – ha sottolineato don Cesare -, tale atteggiamento non riguarda solo alcune categorie di persone, ma tutti quelli che hanno a cuore la vita della città da cittadini e non solo da clienti. Il cittadino, oggi, rischia di atteggiarsi nei confronti delle istituzioni come un cliente che reclama il servizio per ciò che ha pagato. L’ideale invece è che il cittadino si senta effettivamente cittadino, non solo cliente, che senta propri i problemi della città come quelli di casa sua, che riconosca la città non solo come apparato di servizi, ma come la casa comune da abitare, il patrimonio comune da custodire, l’eredità preziosa da riconsegnare alle future generazioni. Vigilare così sul cuore della città – ha proseguito il parroco – è compito di tutti i cittadini, ma resta sempre un compito speciale affidato a coloro che, sull’esempio di san Sebastiano, sono chiamati a difendere la città. Di questo servizio, oggi, la città di Assisi è riconoscente e fa’ festa con la Polizia Municipale; festa per darsi del tempo per sostare, ritrovare la coesione del corpo sociale, al di là della dispersione dei singoli membri, investire al meglio le proprie attitudini e capacità relazionali, umane e spirituali, non fuori ma dentro l’esercizio della stessa professione. Sì, il problema è restare uomini e donne anche sotto la divisa che uno porta. Non è un compito facile – ha aggiunto -, ma amo pensare e pregare che, per l’intercessione del patrono san Sebastiano, questo segno della vostra presenza, rassicurante e amica, possa solo crescere per il bene di tutti aggiungendo, da cristiani, alla vigilanza la misericordia che va oltre la giustizia la ingloba e la supera in un evento superiore nella quale si sperimenta l’amore, che è fondamento di una vera giustizia, come ha affermato di recente Papa Francesco. Alla intercessione di san Sebastiano – ha concluso don Cesare – affido allora oggi tutti gli appartenenti alla Polizia Municipale, con l’augurio che sappiano onorare la sua gloriosa memoria e imitare la sua coerenza cristiana nelle scelte di ogni giorno”. Bellissima l’immagine del vigile che il parroco ha ricordato secondo le parole di Pio XII: “Il vigile urbano è, in qualche modo, l’occhio, l’orecchio, la mano e il cuore della pubblica autorità a vantaggio del bene comune della cittadinanza” (Discorsi di Pio XII, XIX, p. 172), consegnandola come una missione ai presenti, con l’augurio che “il vostro occhio sia il più possibile limpido e puro; che il vostro orecchio sia costantemente attento; che la vostra mano sia sempre pronta non solo ad indicare la direzione o a regolare il movimento delle persone, ma in primo luogo a soccorrere chi si trova in difficoltà. Soprattutto il vostro cuore – che è il cuore della pubblica autorità – sia vigile, sensibile, aperto e premuroso: sono tante le persone bisognose, sole o indifese, che invocano un po’ di calore umano e che possono trovare, nella vostra premura, un segno di nuova speranza”.
Suor Maria Rosaria Sorce