ECCE HOMO: VENERDI’ SANTO AD ASSISI

ASSISI – Nell’anno della Misericordia, durante la Passione del Signorecelebrata nella cattedrale di san Rufino alle 19, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino si è soffermato sulla pregnanza teologica dell’Ecce Homo, e sulla sua attualità, richiamando ancora una volta i nostri cuori all’amore. “Mostrando al popolo l’uomo col corpo e il viso martoriato – ha spiegato il vescovo – Pilato c’invita ancora oggi a considerare il grande mistero del Dio-uomo e a riflettere come siano stati e tuttora siano i nostri peccati ad aver inflitto tali dolori a Cristo Gesù che per puro amore gratuito si è nascosto nell’umanità, facendosi uomo in carne, ossa e sangue, versato per noi. Ma non basta comprendere il mistero. L’Ecce Homo – ha aggiunto – ci esorta a innalzare concretamente lo sguardo su di Lui per imitarlo, per imparare ad amare col cuore di Cristo. E lo possiamo in virtù di quello Spirito Santo che, come scrive l’apostolo Giovanni, sulla croce ha consegnato al Padre ed effuso su tutti noi. Dopo averlo contemplato il nostro sguardo non può più girarsi dall’altra parte di fronte all’umanità sofferente che giunge a noi nei barconi, da ogni parte e in qualsiasi altro modo, perché lo dice san Paolo che incontrare il suo sguardo significa impegnarci a seguirlo nella Sua Passione, è un progetto di vita. E’ questo il senso delle nostre processioni: commovente quella del mattino con le soste presso i conventi delle suore di clausura e la casa di riposo Andrea Rossi. Nella sua Passione il Signore ci ha consegnati alla tenerezza di sua Madre, rappresentata per noi dall’Addolorata. Solo con lei possiamo superare il buio della prova e della fede e ritrovare la luce di Cristo, lo abbiamo vissuto nella suggestiva processione delle 20,30 che si muove in una città semibuia con l’Addolorata sino alla Basilica Inferiore di San Francesco dove ritroviamo suo Figlio. Ci è stato possibile perché – ha concluso il presule – abbiamo saputo leggere nel volto del Cristo sofferente i tratti delle sue piaghe nell’umanità, riflettendo sul dolore di Maria: le ultime ore del martirio per un Figlio che sin dalla nascita è stato fonte delle sue preoccupazioni e della sua singolare missione di corredentrice. Abbiamo bisogno di un “Dio umano” che ci riscatta, di una Madre che ci abbraccia, di un amore senza ritorno che scalda le relazioni e non ci fa temere, come dice Papa Francesco, la tenerezza”.
Lo hanno dimostrato i tantissimi pellegrini e assisani che più degli altri anni hanno gremito le nostre vie e le nostre chiese e soprattutto si sono accostati al sacramento della riconciliazione.
 
Suor Maria Rosaria Sorce