ASSISI – Un’esplosione di gioia solenne e soffusa nella cattedrale di San Rufino alla vigilia del Natale con la veglia alle 23.30 e la santa messa alle 24; la gioia semplice e nello stesso tempo regale del Natale, dell’entrata di un Dio-Bambino nella storia, di un Re che lascia il trono regale per abitare tra le nostre tende spesso intrise dei cattivi odori della nostra precarietà materiale e spirituale, spesso troppo chiuse per guardare, ascoltare, accogliere chi a pochi passi è solo o sta vivendo la nostra stessa avventura umana senza che ce ne rendiamo conto; ma la luce e i cori degli angeli a Natale ci scuotono, ci destano dal torpore della rassegnazione, dell’ormai, dell’alzata di spalle, del “è stato sempre così”, perché “Colui che i cieli non possono contenere” freme nel grembo di Maria, freme per noi che siamo suoi al punto che non si lascia scoraggiare dalla nostra sufficienza. In cattedrale molti i segni, i simboli e i gesti che ci hanno riportato alla gioia del Natale, dagli addobbi che tra pini intrecciati e stelle di Natale, tra il rosso e il giallo regale e la paglia e i tronchi della povertà, accuratamente preparati dalle suore francescane Immacolatine che operano nella cattedrale, ad una mangiatoia all’altezza dell’Ambone dove si proclama la Parola, quella Parola che in questa notte si è fatta carne, al suono delle campane ritornato più solenne e gaio di prima, ai canti del coro costituito dai giovani scout e del post cresima di San Rufino, ai presepi missionari quello nell’antica cisterna romana e l’altro, il tradizionale allestito sotto la cripta, al Bambino deposto nel palmo della mano della Vergine di Nazareth che troneggia nella Cappella del Santissimo, tutto ha gridato e cantato al mondo, ai numerosi parrocchiani e pellegrini presenti: “Vi annunzio una grande gioia oggi è nato per voi il Salvatore”. “L’annuncio del Natale non ha confronti ed è necessario trovarsi all’interno di questo annuncio – ha sottolineato il vescovo Sorrentino – e lo saremo se siamo nella gioia e la nostra gioia è vera se trova il suo fondamento nel valore di riferimento unico nella nostra vita che è Gesù e la forza e lo zelo di annunciarlo agli altri dopo averlo gustato e contemplato”. “Quella gioia del Natale che splende e che se qualche tenebra trovasse ancora in noi per la nostra debolezza e fragilità, la ritroveremo deponendo ai piedi di quella mangiatoia, portando a Lui che nasce tutto ciò che ci opprime: preoccupazioni, tristezze, ansie, paure perché, dalla nostra consegna a Lui, dal nostro fidarci di Lui – sottolineava il parroco don Cesare Provenzi alla santa messa delle 10 del giorno di Natale – dipende il ritrovare la gioia di sentirsi abbandonati a Lui che è l’essenza del Natale”. A conclusione della veglia lo scambio di auguri sul sagrato della cattedrale con i dolci tipici natalizi, lo spumante e il tradizionale vin brulè.
Suor Maria Rosaria Sorce