ASSISI – “Cari amici abruzzesi, nel salutarvi cordialmente, vorrei esprimervi la mia ammirazione per la testimonianza che ci avete dato. Avete davvero rappresentato tutta l’Italia, dimostrando quanto la nostra nazione ami il suo Patrono. Abbiamo appena ricevuto dal Presidente del Consiglio la buona notizia del ripristino della festa civile di San Francesco, e ciò come risultato di un accordo tra tutti i partiti in Parlamento. Una specie di “miracolo”, nell’Italia litigiosa a cui ci hanno abituato le nostre cronache” lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino durante il discorso dalla Loggia del Sacro Convento in occasione della solennità di San Francesco, Patrono d’Italia, rivolte ai pellegrini della regione Abruzzo che quest’anno ha reso omaggio – a nome di tutti i Comuni italiani – con la simbolica offerta dell’olio per le lampade votive che ardono dinanzi alla sua tomba e al luogo del beato Transito, presso la Porziuncola.
“Siamo stati insieme a pregare – ha aggiunto il vescovo – mentre molti nostri concittadini manifestavano per le strade invocando la pace, soprattutto a Gaza e in Ucraina. Troppe guerre, troppo sangue, troppe macerie nel mondo. Tra qualche giorno arriverà qui la tradizionale marcia Perugia-Assisi, per mettere sotto gli occhi, per così dire, di San Francesco la causa della pace. Il nostro Santo d’Assisi è stato un grande costruttore di pace. Guardandolo, dobbiamo dire: la pace è possibile. La pace è un dovere! La condizione della pace tra le nazioni passa certamente dai governanti e dai parlamenti. Ma essa richiede anche una nuova cultura e una nuova coscienza. Richiede che le armi non siano più un buseness, ma qualcosa di orrendo da diminuire sempre di più nell’economia del mondo, facendo di quest’ultima un’economia di pace e non di guerra. La pace richiede anche di essere costruita ancor prima che tra le nazioni, nei nostri cuori e nelle nostre relazioni quotidiane, a partire dalla famiglia. Per favore, facciamo il nostro sforzo comune per essere uomini e donne di pace, ricordando che la fonte della pace è Gesù. È lui che ha detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. A questo pensava San Francesco quando salutava con le parole: “Il Signore ti dia pace”. San Francesco, Santa Chiara e tutti i nostri santi, fino al giovane San Carlo Acutis, recentemente canonizzato, ci lasciano questa consegna. Che il vostro cuore e la vostra regione, cari fratelli e sorelle abruzzesi – ha concluso il vescovo – , siano pieni di pace. Lavoriamo insieme per costruire la pace. Facciamo pressione, in modo democratico e pacifico, sui nostri politici, affinché rifiutino la politica delle armi e camminino insieme sulle orme di San Francesco, costruttore di pace. Dio benedica l’Abruzzo”.
In allegato il saluto del vescovo