ASSISI – Oggi, giovedì Santo, inizio del triduo pasquale, memoriale dell’istituzione dell’Eucaristia. Oggi è lo splendore di un sole dalla luce radiosa che irrompe nella storia dell’umanità penetrandola nelle sue piaghe più profonde; è l’avvento del paradosso di un Dio non solo incarnato, ma crocifisso e fattosi pane sacrificio e alimento eterno per noi. In comunione con tutta la Chiesa nella cattedrale di San Rufino sempre più gremita di residenti, giovani e pellegrini, oggi, questo mistero è ritornato visibile ai nostri occhi nella solennissima messa nella “Cena del Signore” presieduta dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e concelebrata dal vicario don Maurizio Saba e dal parroco della cattedrale don Cesare Provenzi, don Alessandro Picchiarelli e don Dario Resenterra. “Ancora una volta siamo interpellati – ha sottolineato il vescovo all’omelia – a chiederci come mai questa prorompente potenza d’amore dopo 2.000 anni non cambia il mondo e ancor più la Chiesa, conformandoli a questo amore gratuito e inarrestabile? Sarà forse l’abitudine? Sarà la mancanza della sosta interiore che ci aiuti a immergerci in questo mistero? Oggi la Parola nella prima lettura ci aiuta a farlo. Essa ci ricorda un popolo sopraffatto dalla violenza e dall’oppressione di un faraone di turno, lo siamo anche noi oggi dai faraoni di una potenza finanziaria che pone la ricchezza, il potere e il mondo in mano a pochi e lascia molti nella miseria. Com’è possibile, è uno scandalo! Ed ecco che Dio, come allora, si pone tra noi e i nostri faraoni e sceglie di essere condottiero e liberatore, nella simbologia dell’agnello e dei sandali, dei poveri, della massa, di noi. Si pone dalla nostra parte per liberarci dall’oppressione e dalla schiavitù più grande che è il peccato. Egli non ci libera con la violenza, ma abbandonandosi alla violenza, come Agnello immolato sulla croce, affinché ogni uomo sappia che Lui, Dio, pensa, sente, soffre come me. Ed io lo vedo il mio Dio farsi piccolo nell’Eucaristia. Sì l’Eucarestia è rivoluzionaria, sconvolge la nostra logica, posso chinarmi ad adorarla perché lì c’è il mio Dio. E in questo farsi piccolo è compendiato il mistero di un Dio, l’Onnipotente che serve, nel gesto della lavanda dei piedi. Come possiamo restare indifferenti. Imitiamolo nel servire!” Durante la celebrazione il suggestivo rito della lavanda dei piedi, la reposizione del Santissimo Sacramento, la deposizione del Crocifisso, ricordo della passione del Signore e della lauda trecentesca della “Scavigliazione”. Alle 21.15 l’adorazione comunitaria dell’Eucaristia nel ricordo della sua istituzione. Da questa sera tutta la terra entra nel grande silenzio del suo Signore per accompagnarlo nella sua passione e morte, intravvedendo la luce del risorto in quel pane bianco, che ci consolerà quando Lui salirà al cielo, e fino alla fine dei tempi. “Rimaniamo nel suo amore!”
Suor Maria Rosaria Sorce