MADRE MARIA DI GESU’ SANTOCANALE SARA’ BEATA

MONREALE – Anche dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino la congregazione delle suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, attualmente presente a Torchiagina e da ottobre anche a Valfabbrica, si unisce ai festeggiamenti per la beatificazione della sua fondatrice Madre Maria di Gesù Santocanale.
Beata. Madre Maria di Gesù Santocanale sarà beata. Domenica 12 giugno. Il duomo di Monreale e tutta la storia della Salvezza raccontata nel grandioso dispiegarsi musivo, da quella colomba che aleggia sulle acque a Gesù Cristo, misericordia di Dio per ogni uomo: ecco il contesto di questo giorno di grande festa in cui Cielo e terra esultano per una donna che nella sua giornata terrena ha cercato di essere immagine e somiglianza del suo Sposo divino, come lo Spirito le ha suggerito.
Carolina Concetta Angela Santocanale nasce a Palermo il 2 ottobre 1852, festa dei santi Angeli custodi dai coniugi Caterina Stagno e dall’avvocato Giuseppe Santocanale, dei Baroni della Celsa Reale, in una famiglia quindi nobile e ricca di Palermo. Battezzata ai primi vespri della festa di san Francesco d’Assisi, Carolina cresce circondata dall’affetto dei genitori e dei nonni, che la custodiscono con santa gelosia. È la primogenita di sei fratelli. Viene istruita nelle lettere, nel francese, nella musica, ma anche nel ricamo e cucito, ai lavori di casa perché la mamma vuole che le sue figlie possano fare da sé, senza scomodare le persone di servizio.
A sedici anni Carolina è una bella ragazza, sensibile, estrosa, intelligente. Ama curare il suo aspetto, apparire bella, ha il desiderio di amare. Ma Dio ha stabilito di farla sua, interamente “sua”, ha posto su di lei il suo sguardo di predilezione e, con arte divina, inizia il lavoro di cesello della sua anima e così nella quaresima 1869, l‘ascolto della Parola di Dio la trasforma.
Carolina comincia ad apprezzare la bellezza della “verginità”. A 19 anni è chiamata al capezzale del nonno, morente a Cinisi (Pa), dove incontra don Mauro Venuti, il sacerdote scelto da Dio a divenire il suo “direttore spirituale”; non esita ad aprirgli l’animo e scopre che Dio la chiama ad uno stato di maggiore perfezione. La sua risposta è pronta e decisa. Già “presidente” delle Figlie di Maria nella parrocchia di sant’Antonio Abate a Palermo, a 21 anni, il suo bisogno di contemplazione, la spinge a pensare al monastero di santa Caterina a Palermo.
Ma, si accorge presto che a Cinisi, paese di villeggiatura in cui volentieri andava alla casa del nonno, i fanciulli erano molto ignoranti delle cose di Dio: la profonda miseria materiale e spirituale vista a Cinisi, la sconvolgono. Decide di “abbandonarsi nelle mani di Dio e di consumare per la gloria di Dio la vita che le resta, a Cinisi” – afferma nei suoi Scritti.
Nel T.o.f. (Terz’Ordine Francescano), Carolina può fondere i suoi due ideali: di contemplazione, seguendo la mistica di Francesco d’Assisi e di azione, aiutando i poveri. Ma il Signore, prima di renderla degna di tale missione, la purifica attraverso sedici lunghi mesi di malattia, che lei definisce “manifestazione dell’amore squisito di Dio”. Ma “questo Sposo celeste non si lascia vincere né in amore, né in desiderio…” e il suo progetto e la sua vita, purificati in tale crogiuolo, diventano il progetto di Dio. Carolina guarisce nel 1887 grazie all’aiuto di un medico, amico di famiglia e l’intercessione di san Giuseppe e il 13 giugno veste l’abito religioso come Terziaria francescana seguita a breve distanza da tre giovani della parrocchia.
Non si chiamerà più Carolina, ma suor Maria di Gesù o “Signora Madre” – come tutti la chiamano a Cinisi. Come Francesco si fa povera tra i poveri e con la bisaccia sulle spalle gira di porta in porta. La divisa rattoppata, “onore al Capitano”, non nasconde i suoi tratti che la rendono oggi unica nella Chiesa di Dio, nella schiera dei santi che contemplano il volto di Dio: signorilità e maternità. 
Maternità fatta di intuizione e di massima capacità, tenerezza, comprensione, carità, discernimento, prudenza, condiscendenza, allegria, soavità e fortezza. In tutto è signorile, attenta e discreta; il suo cuore sensibile ad ogni forma di sofferenza. 
Gesù Eucaristia è fondamento della sua vita, e giorno dopo giorno si fa pane che si spezza per ogni malato, per ogni bimbo, per le tante famiglie. Ciò che la rende speciale è il suo cuore di Madre, la tenerezza e la signorilità che custodisce nel suo servizio degli orfani prima, dei poveri e degli ammalati, nella sua casa “la terra Promessa” e nei loro spazi di vita quotidiana.
La giornata terrena di Madre Maria di Gesù si conclude il 27 gennaio 1923, mentre tutti unanimi la dicono “santa”.
Oggi le suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes coniugano il carisma da lei tracciato con la presenza in parrocchia nella catechesi, il servizio agli ultimi nelle case famiglia per gli immigrati extracomunitari, gli anziani nelle case di riposo, gli ammalati negli ospedali e l’educazione dei fanciulli nelle scuole. Come lei cercano di servire la Chiesa di Dio con signorilità e maternità in Italia, in Albania, in Brasile, in Madagascar e in Messico. In Umbria esse sono presenti a Torchiagina, con la casa di formazione, e dal mese di ottobre, anche a Valfabbrica.
Il 12 giugno 2016 è tracciata per tutta la Chiesa di Dio una nuova strada verso Lui, sulle orme di Madre Maria di Gesù. Per ognuno di noi, per le suore Cappuccine –  sue figlie – la Signora Madre è invito verso Lui, è sprone a dire con la vita, come lei, “Io non ho fatto altro che non resistere alla volontà di Dio”.