MESSA MISSIONARIA A SAN RUFINO

ASSISI – “Una missionarietà ispirata dalla rotondità della Terra dove non c’è direzione imposta, dove non c’è un sopra e sotto, destra o sinistra”. E’ una delle tante singolari suggestioni lanciate da padre Antonio Zavaratelli, missionario della diocesi di Gubbio e attuale parroco di Pena, località andina situata a oltre 3.500 metri sul livello del mare in Bolivia, che ha presieduto la santa messa nella cattedrale di San Rufino, accolto fraternamente dal parroco don Cesare Provenzi che ha concelebrato con lui e don Giuseppe Biselli. Una circolarità quella della Terra che alla luce delle tantissime precarietà narrate da padre Antonio, non senza un trasporto del cuore, perché vissute in prima persona, esige la missione e la carità come una responsabilità inderogabile per dare alla Terra la connotazione che la distingue e la finalità che il Creatore le ha impresso: essere Bene Comune per tutti. La rotondità della Terra ci ricorda la responsabilità di uno sguardo lungimirante, di piedi che sebbene stanchi viaggiano senza sosta, di mani aperte, di cuore che batte nel cuore dei poveri e vola dov’è il suo tesoro, il tesoro di Dio: le periferie delle fragilità. Oggi la comunità di San Rufino, ha aperto in modo speciale il suo cuore al grido delle periferie, un cuore, dove nel quotidiano risuona sempre l’eco delle parole di Papa Francesco proferite, proprio tra le sue navate il 4 ottobre del 2013, di essere Chiesa in uscita che va verso le periferie, unita come ci ricorda lo “Spirito di Assisi” come ha sottolineato il vescovo monsignor Sorrentino nel piano pastorale per il Sinodo, che non può considerare una vita consacrata senza l’attenzione ai poveri, uno spirito di preghiera senza saper ascoltare chi ci è accanto e nel bisogno, una distinzione tra preghiera e apostolato, ormai non più possibile, come indicava Papa Francesco proprio all’Angelus odierno. “Il Signore, – infatti, – ricordava padre Antonio – nella liturgia odierna ci ricorda che Dio ascolta il grido dei suoi poveri, ma vede e guarda anche come noi andiamo incontro ai poveri, con quale stile, con quale cuore, perché due sono gli amori che s’intrecciano nel cuore cristiano: Dio e la gente nella quale spesso scopriamo il volto di Dio. Amare i poveri è una missione d’amore. Non è facile decantare la bellezza di Dio ai poveri, nelle precarietà dell’altipiano della Bolivia, ma ti riempie di gioia”. Una messa missionaria di cuore verso povertà occidentalmente inconcepibili, un cuore che il parroco don Cesare Provenzi ha dichiarato di aprire per sostenerle anche concretamente insieme alla sua parrocchia. La santa messa è stata animata dai ragazzi dell’operazione Mato-Grosso di Gubbio e addolcita dalla vendita dei biscotti, offerti dai conventi e dai monasteri di Assisi, a cura dell’attivissimo gruppo missionario della parrocchia; il ricavato sarà devoluto alle iniziative di padre Antonio in Bolivia. “Il Signore ama chi dona con gioia”, spesso la comunità di San Rufino vive a tutto tondo nel quotidiano l’esperienza evangelica di spezzare il pane della condivisione come quello eucaristico, perché sa che: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere… e ogni cosa che avete fatto a uno di questi piccoli l’avete fatta a me… “.
 
Suor Maria Rosaria Sorce