ASSISI – Dopo l’Ufficio di lettura e delle lodi celebrati nella cattedrale di San Rufino, si è svolta come ogni anno la processione di Gesù morto per le vie di Assisi. “Ho sete”, l’anelito e il desiderio di assoluto e di Dio che provò anche Gesù sulla croce, si è sprigionato da ogni cuore credente o miscredente, impegnato nella fede e nella Chiesa o lontano da essa, cercatore di verità e di esperienze spirituali, al ritmo dei colpi dolenti di tamburo che hanno accompagnato l’Amore crocifisso nella morte e ancora una volta incompreso dagli uomini. L’umanità ha sete della sua misericordia infinita, della trasparenza del vangelo e della Parola, della testimonianza evangelica della gratuità, delle relazioni vere ed efficaci, di costruttori e mediatori di pace e percepisce che qualsivoglia sia la sua fede, nonostante gli sforzi, gli accordi, le dichiarazioni di diritti e doveri, da sola senza un Qualcuno che muova dall’alto non ce la fa. Lo ha dimostrato la folla numerosa che più degli altri anni si è ritrovata in questi giorni ad Assisi, unendosi alla comunità e alla chiesa locale, assiepata lungo le strade, nei luoghi di sosta e nei conventi di clausura dove il Cristo Morto ha sostato con il vescovo monsignor Domenico Sorrentino, i sacerdoti, i religiosi, i consacrati, i laici, il popolo assisano e i pellegrini. La processione si è conclusa nella Basilica inferiore di San Francesco, dove la statua del Cristo morto della cattedrale di San Rufino resterà sino a stasera quando, dopo la celebrazione della Passione alle ore 19, nel buio e nel silenzio, con la Madre Addolorata, la comunità si metterà in cammino fino a San Francesco per ritrovarlo con Lei, solo con Lei è possibile: la Madre di Gesù, e ritornare a San Rufino con il Cristo morto e la Madonna Addolorata. Intanto “solo san Francesco può accoglierti perché si è spogliato di tutto come te che guadandoti morto mi viene da chiedermi: ‘Dove hai lasciato la tua gloria, spogliato della tua onnipotenza per amor mio? Solo con te possiamo costruire un mondo più umano, più giusto, più solidale; è impossibile aprire il cuore all’altro se non mi spoglio di me stesso. Perdonaci Signore, per essere una Chiesa che si è “sopravvestita”, mentre dovrebbe vestirsi solo di te, abbiamo ancora attaccato il cuore a tante cose, facciamo una lettura superficiale del tuo Vangelo che non tocca la nostra carne, non è più il nostro indirizzo di fede che va spegnendosi nei nostri Paesi, città, case. Davvero solo Francesco, o Gesù, ti ha veramente capito. E noi, Assisi, che siamo la sua comunità, dobbiamo ripartire da un nuovo slancio e zelo nella fede e nell’evangelizzazione come i primi cristiani; per farlo dobbiamo lasciare qui i nostri peccati, le nostre presunzioni, le proprietà che lasceremo con la morte. Assisi, città dell’accoglienza, non può esserlo se non si spoglia di se stessa e non comprende che tu Gesù sei la nostra Pace.” Con queste parole monsignor Sorrentino ha concluso questo intenso momento di preghiera, raccomandando di vivere ancora questa giornata nel silenzio adorante, contemplativo e di riflessione sulla Parola oggi crocifissa per tutta l’umanità.
Suor Maria Rosaria Sorce